Spalletti: “Il mio Napoli è eccitante! Ma ogni gara è un viaggio verso l’ignoto…”

Alla vigilia del match, l’allenatore degli azzurri ha presentato la gara contro il Bologna: “Osimhen? Non toglierà più la maglietta dopo un gol”

Dal nostro inviato Maurizio Nicita @manici50

15 ottobre – Castel Volturno (Ce)

Eccitante, così Luciano Spalletti definisce il suo Napoli. Non euforia ma una eccitazione di un gruppo sempre alla ricerca del proprio limite, che ancora non trova: “Ci domandiamo quanto siamo forti noi e questa è la cosa più eccitante e stimolante. La ricerca di consapevolezza delle nostre forze. Per questo per me allenatore diventa abbastanza semplice la gestione”.

In questo aiutato dalle scelte del club che gli ha messo a disposizione una rosa profonda: “Ci sono delle posizioni in cui è importante avere certe alternative. Quando è mancato Osimhen non saremmo andati avanti senza Raspadori e Simeone. Magari Zanoli oggi non vale Di Lorenzo, ma si cerca di far tutto correttamente. Senza fare troppi calcoli. Lì davanti è una risorsa perché tutti gli allenatori le sostituzioni le fanno sui tre davanti”.

LA DECIMA

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Col Bologna si può allungare a 10 il filotto delle vittorie consecutive: “Ogni partita è un viaggio verso l’ignoto. Se non lo fai ogni volta a portare il pallone in cima, allora non sei nessuno. Alla mia squadra questa continua ricerca la eccita”.

LE SCELTE

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Spiega anche perché fra Cremona e Ajax ha fatto scelte diverse sul difensore centrale: “Ostigard è uno dei più forti di testa su palla lanciata, che io abbia mai allenato. Jesus è stato più adatto sulla velocità di Kudus. Kim quando gli ho detto che giocava a destra era contento, però poi in effetti qualcosina ha sbagliato. E dire che quando gli spiegai che volevo giocasse sul centro sinistra era perplesso…”. Più chiaro sulla scelta al posto di Anguissa: “A centrocampo abbiamo bisogno di un po’ di forza con Ndombele. Demme? sta bene e menomale perché c’è bisogno”.

MIGLIORARE

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“Sì, si può giocare meglio di così. Altrimenti saremmo travolti dall’euforia. Ma poi in classifica sono tutte lì a pochi punti. E questo ci fa stare coi piedi per terra. Così come non manca la voglia di migliorarsi. Vincere tante partite ci dà autostima e lavorare con entusiasmo. Il passare ogni volta alla gara successiva con continuità. Vedremo come ci comporteremo e capiremo dove possiamo arrivare. Mi piace dei ragazzi la voglia di contagiarsi dalla forza dei compagni. Come le rincorse indietro ad aiutare i difensori. Sarebbe bello sentirsi così “dentro” a questo discorso da non poterne fare al meno. E così quelli che entrano danno ancora di più”.

FELICITÀ

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Si dice che non sappia godersela Spalletti, sentite la sua risposta: “Probabilmente non ho l’attitudine alla felicità esternata. Poi era quello che si sognava a inizio anno avere il Maradona festante e appassionato. Fa piacere vedere tutto questo realizzato. Ma finisce lì perché poi le aspettative crescono sempre di più. Devi cercare di vincere quasi sempre per dare gioia. Da una parte ti rende felice e dall’altra devi pensare già a come farlo ancora. Mi sento in pace con me stesso. Questa felicità dei tifosi te la senti addosso e allora avverti la responsabilità sempre più”. Poi aggiunge: “Il carattere dipende da me, il mio atteggiamento dipende da te. Tanto per dire che se volete rimestare il Solito brodino… Io certe situazioni le ho messe a posto, non le ho create!”. Ogni riferimento a Totti e Icardi non è puramente casuale.

SU OSIMHEN

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Non dice se il nigeriano giocherà titolare, ma spiega: “Stamane gli ho chiesto perché si fosse tolto la maglia e non mi ha saputo rispondere. Vedrete che non lo rifarà più…”. Emozione Krol Il grande campione olandese ha fatto visita alla squadra e in suo onore Spalletti ha messo le cavigliere com’era di moda a quei tempi: “Per quelli della mia età è emozione pura rivedere Krol. Hanno insegnato il calcio. Lui se aveva spazio avanzava già 50 anni fa. È bastato vederlo per trasmettere grandi emozioni”.

ELOGI

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Per altri due suoi giocatori: “Zielinski l’anno scorso ha fatto un campionato sotto Livello ed è il primo a riconoscerlo. Lui ha tutti i mezzi per essere un top. C’era solo da aspettare che non subisse più certe partite e quest’anno le sta facendo. Il problema è quando uno gioca sotto livello e ti guarda come fosse il salvatore della patria. Invece Zielu è il primo a fare autocritica”. Poi sul Cholito: “Simeone è un grande dispiacere non averlo fatto giocare con l’Ajax. Ma per me è facile far l’allenatore. Dovevate vederlo con che entusiasmo si è allenato il giorno dopo”.

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