Spalletti: “Il futuro? E’ tutto chiaro e definito. Dobbiamo soltanto dirlo, ma aspetteremo ancora”

Il tecnico ha parlato dopo la vittoria contro l’Inter, ma non ha svelato se resterà la prossima stagione sulla panchina azzurra. Tanti complimenti per i suoi uomini: “Questa squadra non ha bisogno di niente o di nessuno”

Un finale di stagione ulteriormente impreziosito, per forma e contenuto della vittoria. Il Napoli batte l’Inter e lo fa con tre prodezze che fanno impazzire il Maradona, che continua a vivere con la stessa euforia le settimane che mancano al termine del campionato. Eppure, nonostante il clima di gioia in città, il futuro di Luciano Spalletti addensa qualche nuvola ma l’allenatore prova a scacciarle. “Non sto aspettando nulla, è tutto chiaro e definito. C’è soltanto da dirlo. Abbiamo convenuto col presidente di aspettare ancora. Fuochino, fuocherello, acqua… non vi inventate niente, non c’è stata nessuna trattativa. Da quella cena lì, siamo usciti con tutto a posto. Il conto del ristorante l’ha pagato De Laurentiis” ha spiegato con un mezzo sorriso il tecnico, intervistato al termine della gara da Dazn.

PROSPETTIVE

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Sullo stesso tema, l’eventuale addio non andrebbe ad incidere troppo sulla rosa secondo Spalletti. “La squadra non ha bisogno di niente e nessuno – ha proseguito – sa giocare a calcio. È stata costruita bene da De Laurentiis e Giuntoli, con gli inserimenti corretti di giovani che sono diventati un corpo unico e questo ha fatto la differenza. In questi ragazzi ci sono cuori e qualità, disponibilità e sacrificio, quell’autostima che fa sempre la differenza, che fa credere di poter mettere il muso davanti a tutti. Ci sono quelli che hanno qualcosa in più ovviamente, che un allenatore non vorrebbe mai perdere, come il capitano Di Lorenzo”. Quindi, non c’è alcuna preoccupazione. “La mia posizione ora è facile. La gente ti riempie d’amore ovunque, ti sommerge di affetto e questo è bellissimo. Io aspiravo a questo e lo sto vivendo direttamente, è la cosa più bella che mi potesse accadere”.

ANALISI

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Spalletti non ha nascosto la felicità di aver battuto l’Inter. “C’è stata soprattutto la qualità del gioco che ci ha contraddistinto ed è motivo di orgoglio. Era una gara stimolante perché avevamo davanti una finalista di Champions, che ha meritato di essere lì, e volevamo dimostrare che quello che abbiamo fatto in campionato non era figlio di un periodo ma di un grado di qualità messo in campo per tutta la stagione. Poi c’entrano anche i numeri, che ci permettono di essere il miglior attacco e la miglior difesa e che legittimano quanto compiuto”. Osimhen è parso contrariato al momento della sostituzione. “Si può arrabbiare, ma non è sempre colpa dell’allenatore che cambia. Gli attaccanti hanno il gol che fa la differenza nel loro bagaglio di felicità, gli avversari però gliel’hanno impedito. Se per una volta si è al di sotto, dopo esser stato influenzato e aver saltato l’allenamento di sabato (ieri, ndr) per aver preso la patente a Roma, si può anche uscire a venti minuti dalla fine. Quando non c’era in Champions e Simeone ha dato battaglia a tutti, non ce lo dimentichiamo. Kvaratskhelia poi si stava per stirare, chi è entrato è forte. Gaetano poi è fortissimo, farà una gran carriera”.

SASSOLINI

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L’allenatore ha concluso rispondendo ad alcune critiche ricevute sulla filosofia di calcio. “Se tutti parlano della stessa cosa, diventa una convinzione ma è un’idea degli altri. Come quando si dice che il possesso palla non conta: conta invece, perché far sbattere gli avversari da un lato all’altro ha un peso e fa muovere meglio il pallone, oltre a divertire di più. Il calcio non è facile, è facilissimo e non si dice niente di particolare, ma è anche difficile. E se troviamo le soluzioni anche così, la differenza si vede. Giocare d’attesa è più semplice, non c’è da fare movimenti particolari ma solo da schermo. Rrahmani e Kim hanno la convinzione di farcela da soli contro chiunque”.

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