Spagna, dall’ansia alla festa: 5-3 alla Croazia e vola ai quarti

Gara infinita: iberici sotto a causa di un pasticcio del portiere Unai Simon, poi vanno 3-1. Orsic-Pasalic portano tutti ai supplementari dove Morata e Oyarzabal decidono la qualificazione

La Spagna continua a vivere sull’orlo di una crisi di nervi, ma al termine di una partita surreale, piena di errori, cuore, storie e la bellezza di 8 gol in 120 minuti incredibili, per la prima volta dal 2012 approda ai quarti di finale e aspetta la vincente di Francia-Svizzera. Si gioca venerdì a San Pietroburgo prima di Italia-Belgio. Dopo l’eliminazione nel gruppo in Brasile, e agli ottavi con l’Italia e con la Russia nel 2016 e nel 2018, la squadra di Luis Enrique avanza e continua a crescere pur con qualche evidente inciampo tecnico e psicologico. Dopo il 5-0 alla Slovacchia per la Roja è arrivato il 5-3 alla Croazia, squadra che ha chiuso l’ultimo Mondiale al secondo posto ma che senza Perisic (fuori per Covid) diventa ordinaria, nonostante la presenza di Luka Modric e il talento del trascurato Orsic, partito in panchina. La Spagna ha fatto 10 gol in due partite, ma ha mostrato grande fragilità psicologica visto che era sul 3-1 all’84’ e al 92’ ha incassato il 3-3 che ha portato ai supplementari. Tremenda la difesa di Dalic, col povero Guardiol, promosso dall’Under 21, disastroso nel secondo e terzo gol della Spagna. E tremendo l’autogol del portiere basco Unai Simon, che la Uefa attribuisce a Pedri, che ha aperto la gara.

Due cambi a testa

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Per Luis Enrique Gayà per Jordi Alba e Ferran Torres per Gerard Moreno. Sarabia cambia fascia andando a sinistra, Marcos Llorente continua in panchina. Per Dalic i due cambi sono obbligati: fuori causa Perisic e Lovren, dentro Rebic e Çaleta Çar. La Spagna è partita bene, con la Croazia che faticava a infilare tre passaggi consecutivi e vedeva la linea della metà campo come un miraggio. Dopo un quarto d’ora, cinque minuti assurdi: Pedri mette Koke davanti a Livakovic, ma il capitano dell’Atletico gli spara addosso, poi è Morata a sbagliare, colpo di testa da ottima posizione che colpisce l’incolpevole mano di Vida.

Autogol incredibile

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E un attimo dopo, la tragedia spagnola. Pedri ha la palla a metà campo e decide di appoggiarla a Unai Simon. Un passaggio da 53 metri che il portiere dell’Athletic tocca ma non controlla e poi guarda atterrito terminare la sua corsa dentro la porta. La Spagna che era stata aiutata dall’incredibile autogol di Dubravka nel 5-0 con la Slovacchia, patisce la stessa terribile sorte. È il nono autogol di questo Europeo, lo stesso numero registrato in tutte le edizioni precedenti insieme.

Il pareggio

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La Croazia fin lì inesistente ha preso coraggio e ha fatto un paio di tiri con Vlasic e Kovacic, entrambi fuori misura, approfittando dello smarrimento della Spagna. Che è risalita dal pozzo e al 38’ ha trovato il pari: gran tiro di Gayà, parata di Livakovic, rimbalzo per Sarabia che ha firmato il suo secondo gol nella competizione. Modric però se l’è presa con Rebic, che sull’attacco avversario ha deciso di sistemarsi le scarpe.

Doppio vantaggio

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Nell’intervallo Dalic ha inserito Kramaric per Petkovic, mentre già nel primo tempo Luis Enrique aveva invertito Sarabia e Ferran Torres. E al 57’ quest’ultimo col mancino da sinistra ha servito Azpilicueta che in mezzo all’area ha sovrastato di testa Gvardiol dando il vantaggio alla Spagna. Venti minuti dopo Pau Torres appena entrato per Eric Garcia ha pescato Ferran Torres con un lancio di 60 metri: Gvardiol è distratto, è andato a bere e quando rientra è in ritardo e va a vuoto con il talento del City che ha trovato l’ottavo gol in 16 partite in nazionale con un tunnel a Livakovic.

La rimonta

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Sembra finita, dovrebbe essere finita, ma questa Spagna non riesce a vivere tranquilla, e si fa rimontare. Anche perché la Croazia ha un cuore indomabile. All’85’la Roja incassa il 3-2, creato da Modric e trasformato dall’incredibile Mislav Orsic, entrato al 67’ per il pessimo Rebic. Mischia tremenda risolta dalla vibrazione dell’orologio dell’arbitro: la palla era entrata quando Unai Simon l’ha respinta. Sei minuti di recupero, e al 92’ pareggio di testa dell’atalantino Pasalic (entrato per Vlasic al 79’), grande stacco con Pau Torres fermo su cross del decisivo Orsic.

Emozioni infinite

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Supplementari pieni di cose, in tendenza con una partita assurda. Grande parata di Unai Simon su Kramaric imbeccato ancora da Orsic, intervento decisivo di Vida su un tiro a colpo sicuro di Dani Olmo che al 100’ dalla destra ha pescato Morata: Brekalo in ritardo, Alvaro controlla col destro e in diagonale batte Livakovic col sinistro, golazo più chenecessario per il criticassimo juvenitno. Altri tre minuti e ancora Dani Olmo, il catalano cresciuto in Croazia, serve Oyarzabal che con freddezza segna il 5-3. A questo punto si. È finita. Anche se c’è ancora tempo per l’ovazione a Luka Modric sostituito e per un palo dell’incontenibile Dani Olmo. Poi il triplice fischio. Peccato.

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