Spadafora: “Stadi, al lavoro per riapertura graduale. Chiederò 1,5 miliardi per lo sport”

Il ministro dello Sport in audizione alla commissione cultura della Camera: “In questo momento non possiamo andare oltre le mille persone ma ci stiamo adoperando per la scadenza del 7 ottobre”

“In questo momento non possiamo andare oltre le mille persone ma l’obiettivo è di riaprire in modo progressivo e per questo stiamo facendo un lavoro da qui al 7 ottobre. È importante tutto questo anche per gli sport minori. Crediamo che non si debba andare verso un numero secco, ma una percentuale di presenza di pubblico negli impianti”. Così poco fa il ministro dello sport Vincenzo Spadafora ha risposto ad alcune domande sulla riapertura negli stadi nell’audizione presso la commissione cultura della Camera.

Soldi

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Ma il tema dell’audizione era un altro. Un miliardo di euro per l’impiantistica sportiva e altri 500 milioni per progetti di socialità che coinvolgano direttamente società sportive e associazioni sportive dilettantistiche. È quanto chiederà Spadafora al tavolo del Recovery Fund, il fondo di recupero con risorse europee, il nome ufficiale e Next Generation Europe, che prevede per l’Italia 81 miliardi di euro a fondo perduto e 127 di prestiti.

Fisiche e umane

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“Per recuperare il gap con gli altri Paesi in termini di pratica sportiva diffusa è necessaria una transizione al digitale e all’efficientamento energetico – dice Spadafora – Il bando di Sport e periferie per quest’anno ammonta a 140 milioni di euro ma sono ancora insufficienti per una riqualificazione vera. Ma insieme con tutto questo ci vuole una progettualità sociale e culturale e bisogna dare il sostegno a chi quegli impianti li gestirà. Ci vogliono le infrastrutture fisiche ma anche umane”. Il problema è ora di capire quali saranno i criteri per distribuire questi fondi. Spadafora ha promesso un “ascolto a 360 gradi” di tutto il mondo dello sport riferendosi a quanto avvenuto per la legge delega (ma qui non tutti sono d’accordo se proprio in queste ore Coni e Federazioni stanno preparando un documento anti riforma). Spadafora ha parlato della necessità di “una strategia complessiva per il mondo dello sport, una sorta di Agenda 2040”.

Scuola e credito

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Nel dibattito presso la commissione cultura è intervenuto Luciano Nobili di Italia Viva, che ha chiesto anche di intervenire sulla scuola e sull’educazione fisica, tema sollecitato da Alessandro Fusacchia di +Europa. E da Patrizia Prestipino del Pd: “Allo Stato e alla scuola spetta lo sport formativo. Sarebbe importante assumere migliaia di docenti per destinarli all’insegnamento dell’educazione fisica nelle scuole”. Federico Mollicone di Fratelli d’Italia ha proposto la creazione di un fondo di microcredito a vantaggio dello sport senza passare per il sistema bancario. Invocando poi un cambio della riforma che restituisca alcune prerogative al Coni soprattutto nel territorio. Paolo Lattanzio dei 5 Stelle ha chiesto che una quota dei fondi sia spesa per i Giochi del Mediterraneo di Taranto. Per Andrea Rossi del Pd “va evitata la frammentazione, ci vogliono interventi strutturali”. Marin di Forza Italia ha detto che “le risorse allo sport stanno arrivando con il contagocce. Un miliardo e mezzo è poco se si pensa che ci sono 209 miliardi per l’Italia. Lo sport non si può accontentare delle briciole”. Sara De Angelis della Lega ha polemizzato sull’assenza della parola sport nel primo documento sull’utilizzo del Recovery Fund. L’ex sottosegretario Simone Valente ha invece proposto la convocazione da parte del Governo degli “Stati generali dello sport per coinvolgere tutte le realtà sportive in modo che si vada nella stessa direzione”.

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