Sorteggi, comunque vada sarà derby. Ecco tutti gli incroci pericolosi

Possibili duelli tra amici e rivali, da Onana-Anguissa a Ostigard-Haaland. Ma anche Maldini vs Ancelotti, Lukaku col Chelsea e tanti altri ancora

Luca Bianchin

17 marzo – Milano

Il sorteggio disegna mondi e cambia vite. Una pallina viene estratta prima e un’amicizia si rompe, un accoppiamento appare dal nulla e un cuore si mette a battere a Manchester, a Napoli, a Monaco di Baviera. Milano e l’Italia da tre giorni parlano solo di derby ma in quest’epoca dai confini labili ci sono persone che vivrebbero altre partite con la stessa intensità. Per Thiago Silva, ritrovare il Milan sarebbe un derby con l’affetto. Per Rafa Leao, giocare col Benfica da ex Sporting sarebbe un derby con i ricordi. Per Modric, Kovacic e Brozovic, incontrare uno dei compagni di nazionale sarebbe un derby con l’amicizia. Qui, qualche storia nascosta nel sorteggio.

La coppia di fatto

—  

Trentaquattro anni fa, 19 aprile 1989, semifinale di ritorno di Coppa dei Campioni tra Milan e Real Madrid. Vigilia tesa, diciamo. Nella partitella, un giovane della Primavera con la faccia da bravo ragazzo spacca l’esterno sinistro: il Primavera è Demetrio Albertini, l’esterno Chicco Evani. Sacchi non sa con chi sostituirlo, convoca i senatori per un parere, poi fa di testa sua, anche se la sera prima della partita Donadoni perde a biliardo (e porta male, scrivono) e Arrigo al mattino vede i pavoni a Milanello (idem). Finisce che Sacchi sceglie una fascia sinistra inedita: Maldini-Ancelotti. Quei due si sarebbero rivisti: campioni d’Europa due volte insieme da giocatori, due volte insieme da capitano e allenatore, prima di lasciare il Milan lo stesso giorno del 2009. «Siamo da sempre una coppia di fatto – ha scritto Maldini -. Dicono che io sia stato una bandiera per il Milan, allora spesso il ruolo di Carlo è stato quello del vento». Se le palline dicono Milan-Real, sull’amicizia tirerà una strana aria.

Il ragazzo che piange

—  

Anno 2010, Romelu Lukaku va in gita con i compagni a Londra e la classe finisce a Stamford Bridge, lo stadio del Chelsea. La scena è ripresa in un video e francamente emoziona. Romelu, che ai tempi aveva già esordito con l’Anderlecht, chiede un po’ di tempo per stare da solo, tra compagni che camminano e un insegnante che vuole portarlo via: «Più tardi potrai tornare qui e sognare quanto vuoi». E Rom, con lo sguardo serio: «Non sto sognando, un giorno giocherò qui. Quel giorno, piangerò». Ci è riuscito. Prima nel 2011-12, da talento appena acquistato. Poi nel 2013, tra un prestito al West Brom e il passaggio all’Everton. Infine nel 2021-22, dopo il grande biennio all’Inter. È andata male e Marotta ha già annunciato che la storia riprenderà: «Il 30 giugno, Lukaku torna al Chelsea». Se le palline dicono Chelsea-Inter, Romelu ritorna tra i seggiolini di Stamford Bridge con 13 anni in più. Non è escluso pianga ancora.

Haaland con la maglia del Genoa è un’immagine che viene dal metaverso. La foto – Erling in palestra vestito di rossoblù – è apparsa a giugno e il Genoa non ha avuto la forza di commentare sui social: due emoticon da shock e via, ci siamo capiti. Quella maglia era un omaggio all’amico Leo Ostigard. Norvegese come lui, un papà ex calciatore come lui – anche se quello di Ostigard dopo il ritiro è stato un venditore di materassi – e solo otto mesi di differenza. Quando il Napoli ha preso Ostigard, Haaland ha twittato: “Take good care of him! Top guy”. “Prendetevi cura di lui, è un ragazzo super”. Amici. Se le palline dicono City-Napoli, c’è il caso che quei due si marchino.

Il Mondiale del Camerun è buono per una serie tv. Trama: una sconfitta con la Svizzera con gol di un giocatore nato in Camerun (e questo già basterebbe), un 3-3 con la Serbia, una vittoria col Brasile completamente inutile. Tutto innaffiato da un caso di Stato, con il portiere titolare escluso in polemica con allenatore e presidente federale (che poi sarebbe Eto’o). Il portiere è Onana, uno dei leader dello spogliatoio Anguissa. Mettiamola così: non migliori amici. Se le palline dicono Inter-Napoli, occhio alla stretta di mano.

E poi…

—  

Altre sottotrame? Disponibili a decine. Giroud, al Chelsea, è un ex e un ex rivale in maglia Arsenal. Lautaro contro il City sfiderebbe Julian Alvarez e le opinioni di chi pensa che il miglior centravanti d’Argentina sia l’altro. Osimhen, contro il Bayern, giocherebbe anche per il Pallone d’oro africano vinto da Sadio Mané mentre Brahim Diaz, contro il Real, proverebbe a eliminare il club proprietario del suo cartellino. Se volete esagerare con gli strattoni al cuore però immaginate per un attimo il ritorno di Kalidou Koulibaly a Napoli. Spalletti ha sostituito il suo K2 con due K, Kim e Kvaratskhelia, ma le parole spese nel giorno del passaggio al Chelsea risuonano nei vicoli della città. Ha scritto Koulibaly: «A Napoli sono nati i miei due figli. Ho incontrato persone che saranno per sempre parte della mia vita. Grazie a te, Napoli, sono diventato l’uomo che sono. Continuerò, all’infinito, a portarti nel cuore. Sei stata, per me, tutto». E il Napoli a lui: «Sei arrivato a Napoli poco più che un ragazzo, vai via che sei un uomo. Il tuo valore lo hai mostrato non solo in campo, ma anche nelle battaglie sociali, per le quali ci siamo impegnati insieme. Le nostre strade si dividono ma ti vorremo sempre bene. Ovunque andrai, ricordati che Napoli sarà sempre casa tua». Se ripassa in città, piange anche il Vesuvio.

Precedente Milan, l'ex Orlando: "Spero che le italiane si incontrino in Champions" Successivo Video/ Nizza Sheriff (3-1) gol ed highlights: francesi ai quarti! Conference League