Sorrentino pronto all’esordio da presidente: “Il mio ruolo preferito”

La nuova vita dell’ex portiere, che debutta sabato in Serie D con il Chieri: “Ruberei da Zamparini la conoscenza del calcio e da Campedelli la strategia manageriale”

Salvatore Malfitano @malfitoto

2 settembre – Milano

Portiere, attaccante, agente, direttore sportivo. Gli mancava soltanto una carica per essere con ogni probabilità una delle figure più poliedriche del nostro calcio. Così Stefano Sorrentino è diventato negli scorsi mesi presidente di un club. Ha rilevato il Chieri, storica società del Torinese che milita nel campionato di Serie D, pronto a partire subito da un campionato di livello, difficile, che idealmente e di fatto è a un passo dal professionismo. L’esordio in campionato è alle porte, sabato pomeriggio contro il Pont Donnaz.

Sorrentino, ora che le ha provate tutte quale veste preferisce?
“Questa, senza dubbio. Mi piace, mi soddisfa e mi emoziona particolarmente. Ma devo ammettere che è anche la più stressante. Resto molto convinto della scelta che ho fatto, adesso sto entrando in alcune dinamiche che non avevo mai compreso appieno. Ho avuto anche la fortuna di aver avuto dei presidenti che mi hanno insegnato tanto.”

Ad esempio Zamparini e Campedelli. Cosa ruberebbe da loro?
“Di Zamparini prenderei la grande conoscenza del calcio, è stato uno scopritore di talenti unico. Per quanto riguarda Campedelli, vorrei imitare la sua strategia manageriale e imprenditoriale: è stato in grado di portare la squadra di un quartiere quasi fino alla Champions League.”

Lei invece come si descriverebbe?
“Non mi sento ancora pronto a rispondere, ma cercherò di essere un ibrido dei modelli che ho nominato. Mi farò guidare dalla passione e da quanto ho imparato negli anni, vorrei portare nella società un certo professionismo, fatto di regole, rispetto, crescita, programmazione. Abbiamo uno dei centri sportivi più belli del Nord Italia e tutto quello che ci serve per tirare fuori gli occhi della tigre.”

Con quali obiettivi si approccia alla stagione?
“Dobbiamo fare un passo alla volta, cercando di fare meglio dell’anno scorso: è quanto ho concordato con il direttore sportivo Montanaro e mio padre Roberto, che allena la squadra. Ci sono diverse formazioni attrezzate, che appartengono a contesti importanti. Noi vorremmo essere la mina vagante.”

Si è dato una scadenza per approdare in Serie C?
L’idea è di ragionare su base quinquennale, poi se dovessimo riuscirci prima ben venga. L’importante è che, dalla prima squadra alle giovanili, sia chiaro un concetto: in campo si va per vincere, sempre. Formare questa mentalità sarà necessario per i traguardi che vogliamo raggiungere.”

Non è affatto scontato che la sua prima esperienza da presidente sia in un campionato nazionale.
“In realtà non avevo programmato di iniziare dalla D, ho avuto molti contatti con società di categorie inferiori sempre in provincia di Torino. Poi quando mi è presentata quest’opportunità non me la sono fatta scappare.”

Quale ex compagno vorrebbe nella sua squadra?
“Sono davvero tanti e visto che sono all’inizio potrei sentirmi in difficoltà. Per il momento li invito a vedere le partite. Anche perché resto convinto che i miei giocatori siano sempre i più forti.”

Guardando alla Serie A, che stagione si aspetta?
“Sarà un anno divertente, il campionato è molto livellato e c’è un equilibrio che non si vede spesso. In un’ipotetica griglia metto Milan e Inter leggermente più avanti delle altre, ma attenzione alla Roma e all’entusiasmo della città.”

La scuola italiana dei portieri è tornata a produrre talenti molto interessanti. Su chi punta per il futuro?
“Dico Carnesecchi. Ha dimostrato di essere un ottimo portiere nonostante un grave infortunio, tornerà a Cremona dove c’è già Radu, che si è già lasciato alle spalle gli errori commessi. D’altronde li fanno tutti e può contare sul fatto di essere giovane.”

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