Soliti litigi e nuovi Casini

Alcuni passaggi dell’intervista rilasciata lunedì dal presidente della Lega calcio alla Gazzetta mi hanno colpito, in parte stupito, ma anche divertito. Questo, in due tempi, il più spassoso (Casini non si offenda): «A volte, pur di arrivare al risultato, si cercano scorciatoie. E una somma di egoismi non porta sempre al risultato che immaginava l’economista Adam Smith. Resto convinto che lavorando insieme si possano ottenere esiti più favorevoli di una somma di successi individuali». Alla domanda dell’intervistatore sulla “famosa litigiosità dei presidenti”, la risposta che non t’aspetti: «È più raccontata che reale. Certo, ci sono argomenti che portano conflitti, ma in questi mesi ho visto che quando si discutono questioni di interesse comune è possibile trovare sintesi, compattezza e unità».  
 
Poche ore dopo aver pronunciato parole al miele, Casini è stato protagonista di una delle più feroci litigate consumatesi in Lega, ancorché in remoto: avversario, l’amministratore delegato Luigi De Siervo. Motivo del contendere, le offerte per i diritti televisivi Mena (sta per Medio Oriente e Nord Africa). Chi ha avuto la sfortuna di assistervi ha visto ridurre a barzelletta gli indimenticabili scazzi tra Andrea Agnelli e Joe Barone, Preziosi e Campoccia, Lotito e gli oppositori e le intemerate verbali di Aurelio De Laurentiis

Cosa aveva scatenato i due? Una premessa è necessaria e l’argomento importante perché attiene alla sopravvivenza finanziaria e politica del campionato, oltre che al rispetto delle regole. 

Nel 2010 la Lega assegnò per dieci anni la trasmissione delle partite a BeIN Sports, Qatar. Nel 2018 – presidente Micciché, ad Brunelli – firmò un accordo – scellerato – con l’Arabia Saudita per consentirle di ospitare la finale di Supercoppa Italiana proprio durante il conflitto armato con il Qatar. BeIN reagì punendo il “tradimento” leghista e comunicò, urbi et orbi, che non avrebbe più “passato” la serie A nell’area in cui era e resta monopolista (suo il 90% del valore di tutti i diritti sportivi del Mena). 

Al successivo bando ha perciò partecipato solo l’Arabia Saudita: ha offerto 60 milioni ma, dopo aver firmato un settlement da 1 miliardo per le responsabilità sulla pirateria di Stato di BeOut Q, si è ritirata in ossequio a un patto di non belligeranza con i nuovi “amici” di BeIN Sports. 

E per evitare di “sparire” da quelle zone ritenute strategiche la Lega ha deciso di far trasmettere gratuitamente il campionato su YouTube (oltre 2 milioni di utenti unici per Sassuolo-Milan). 

Dopo 18 mesi di scouting l’ad De Siervo è riuscito a “costruire” un’offerta seria con Abu Dhabi Media e la piattaforma OTT americana Starzplay, l’ultimo player non assoggettato alla volontà del Qatar. Un accordo complesso, non eccezionale, ma che consentirebbe alla Lega di ripartire uscendo dal vicolo cieco in cui BeIn aveva spinto il calcio italiano. Nel corso dell’intera trattativa De Siervo ha sempre informato i qatarioti anche attraverso relazioni diplomatiche tra i Governi, senza peraltro registrare un interesse concreto. 

Nell’ultima settimana – questa la versione dei deserviani – Casini, in barba alle prerogative dello statuto, avrebbe “aiutato” proprio il Qatar a presentare un’offerta equivalente in termini economici (29 milioni l’anno contro i 28,5 degli emiratini: curiosa differenza) ma peggiorativa nelle altre condizioni essenziali: i qatariani offrono un canale opzionale, gli Emirati la centralità nel bouquet e eventi per quasi 200 milioni. In sostanza, sempre secondo gli azionisti vicini all’ad, il presidente avrebbe esercitato un’azione di disturbo per far saltare il cliente di Abu Dhabi. L’ad, titolare delle trattative, ha così accusato il presidente di aver fatto una scena a effetto tirando fuori l’offerta in assemblea senza condividerla con nessuno della Lega. 

«Il problema è sempre lo stesso» avrebbe detto De Siervo «i vertici della Lega devono lavorare in maniera leale rispettando le reciproche competenze. Non è stato solo uno sgarbo, ma un’invasione di campo gratuita e irrispettosa che ha messo a rischio mesi di lavoro». 

La serie A ha bisogno come non mai di recuperare risorse, è augurabile che presidente e ad trovino in fretta un punto d’incontro, perché, come disse Adam Smith, tanto caro a Casini, «la società non può sussistere tra coloro che sono sempre pronti a danneggiarsi e a farsi torto l’un l’altro». 
 

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