Smalling: “Vlahovic e Osimhen i più tosti. Così ho aiutato Abraham a Roma…”

Le sue parole: “È stata una grande sensazione quella di arrivare in un grande club come questo e riuscire ad adattarsi rapidamente e sentire tutto l’affetto dei tifosi e dei compagni”

26 maggio – 12:54

Chris Smalling ha rilasciato un’intervista a Starcasinò sport. Queste le parole del difensore inglese:

Sull’arrivo alla Roma. “Sì, è stata una grande sensazione quella di arrivare in un grande club come questo e riuscire ad adattarsi rapidamente e sentire tutto l’affetto dei tifosi e dei compagni. È stata davvero una sensazione speciale ed è uno dei principali motivi per cui sono ancora alla Roma”.

Cosa significa per te giocare per la Roma?Come sai, giocare qui è diverso rispetto a tutte le altre piazze. “Si è molto diverso. Anche nelle città dove ho giocato in precedenza, come Manchester, ci sono molti tifosi di altre squadre mentre a Roma c’è una grossa percentuale di tifosi della Roma. Certo, ci sono anche i laziali ma mi capita di incontrare quasi esclusivamente tifosi della Roma.

Senti un po’ di pressione oppure no? “Credo che nei momenti buoni sia positivo sentire la pressione di vincere e di ottenere risultati. E’ ciò per cui si impegnano tutti i grandi calciatori”.

La scorsa stagione è stata ottima per te. “Si, credo che chiudere con un trofeo e riuscire a dare un contributo importante sia stata una grande sensazione”.

I tifosi della Roma sono speciali? “Sì, sono davvero speciali. Non ci sono molte squadre in Italia con uno stadio sempre esaurito in ogni partita, indipendentemente dal fatto che l’avversario sia in cima o in fondo alla classifica. Lo stadio è sempre pieno, ed è incredibile avere un seguito del genere”.

Per i tifosi sei romano e romanista. “Si, come hai detto è bello che una persona che non è né romana e né italiana possa entrare nei loro cuori. Anche io e la mia famiglia ci sentiamo davvero a casa. Basti pensare all’accoglienza che riceviamo ovunque andiamo. E’ un club che è davvero una famiglia”.

Penso a tuo figlio. “Esatto, lui ha passato più tempo in Italia che in Inghilterra Anche a lui piace molto vivere qui, per cui è una bellissima esperienza per noi”.

I tifosi sono impazziti quando hai urlato ‘Daje Roma’ dopo il 2-2 al Milan. “Ho visto il video. Credo che in certi momenti butti fuori tutte le emozioni che hai dentro. Sono alla Roma da tanto tempo per cui frasi come quella non sono insolite per me, le dico ogni giorno”.

Il rapporto con Mourinho? “Il mio rapporto con lui è ottimo. Ho avuto la possibilità di giocare e vincere con lui in Inghilterra e adesso ho la possibilità di farlo in Italia. Ha vinto tutto e ha voglia di continuare a vincere, non è uno che si accontenta di un trofeo e questa è la mentalità di cui abbiamo bisogno qui. Trovare un modo per vincere, non importa se giocando bene o male, o anche negli ultimi 5/10 minuti. La sua esperienza è preziosa per noi, ed è quello di cui abbiamo sempre più bisogno”.

Come hai aiutato Abraham ad ambientarsi? “Abbiamo parlato prima del suo arrivo perché siamo molto legati. Poi gli ho fatto vedere alcuni luoghi da frequentare, per aiutarlo ad ambientarsi, ma credo che si sia ambientato molto facilmente, come sappiamo è partito alla grande, con molti gol. Credo abbia percepito l’amore, la gioia di vivere a Roma e penso che tutto questo supporto intorno a lui gli abbia reso la vita più facile”.

Parli spesso con lui? “Si, siamo seduti accanto nello spogliatoio quindi parliamo molto”

Roma è molto diversa da Londra. “Si è molto diversa. A me e a Tammy piace molto scoprire posti nuovi di Roma, scoprire nuovi nella Capitale e nel resto d’Italia per cui per entrambi è stata un’esperienza molto positiva. Speriamo possa continuare a lungo”.

Hai giocato con Matic allo United. Ha portato a Roma tutta la sua esperienza. “Si, ricordo quando alla fine della scorsa stagione sono iniziate a circolare voci sul suo arrivo. Sapev o che avrebbe portato qualità e tranquillità a centrocampo. Lo considero il collante che lega tutti i reparti, dalla difesa all’attacco. Sta dimostrando chiaramente le sue qualità. Sono felice di giocare con una persona che conosco e che può darci molta qualità. Mourinho lo ha voluto in 3 squadre quindi è come un padre per lui e anche Nemanja ha vinto molto con lui per cui porta ulteriore mentalità vincente a questo club”.

L’attaccante più difficile da fermare in Serie A? “In Serie A ce ne sono diversi. Direi Vlahovic ma anche Osimhen. Entrambi hanno forza, tecnica e velocità. Possono restare tranquilli per 89 minuti poi però gli basta un’occasione per punirti. Sono giovani e avranno sicuramente una grande carriera”:

Il difensore più forte della Serie A? “Ce ne sono molti in Italia per quello credo che nel calcio italiano in particolare, le capacità difensive di questi difensori siano uno degli elementi portanti. Questo club ha la fortuna di averne alcuni giovani che si stanno mettendo in mostra. Se dovessi scegliere un difensore… ce ne sono stati tanti nel corso degli anni, penso a Panucci. Kim gioca molto bene Ha avuto un rendimento straordinario, considerando che arriva da un altro campionato e che non era molto conosciuto. Gli faccio i complimenti, sta facendo veramente bene”.

Raccontaci dei tuoi inizi, hai una storia particolare. Hai anche smesso di giocare a livello professionistico ad un certo punto. “Si, è successo quando ero giovane e giocavo nel Millwall, un club di Londra. Ho giocato dall’under 11 all’under 15. Vivevo abbastanza lontano quindi ero costretto a saltare molti allenamenti e di conseguenza la mia crescita calcistica non era rapida come avrei voluto. Decisi di concentrarmi sugli studi e superai l’esame di maturità poi dai 16 ai 18 anni ho giocato nelle serie inferiori con il Maidstone United. Ho sempre avuto l’ambizione di diventare un calciatore ma allo stesso tempo ero realista e sapevo di essere molto lontano dal livello richiesto da un grande club come ad esempio la Roma. Per cui presi la decisione di concentrarmi sugli studi e giocare per divertimento Avrei continuato a giocare anche se invece di Manchester fossi stato in una serie inferiore. Poi intorno ai 18/19 anni quando mi sono diplomato e stavo per iscrivermi all’università, sono stato convocato per due provini. Avevo deciso di fare l’università e stavo programmando le vacanze con gli amici tutti insieme visto che poi ci saremmo iscritti a facoltà diverse. Poi mi hanno chiamato per questi provini e ho pensato che non avessi nulla da perdere. Mi piaceva studiare. Mi sono diplomato e poi avevo l’intenzione di fare l’università per studiare Economia e Finanza, avevo già preso la decisione e questi due provino, con Middlesbrough e Fulham, sono arrivati un po’ a sorpresa. Ho pensato “Perché non provarci?” e alla fine entrambi i club mi hanno offerto un contratto. È successo in modo inaspettato ma credo che il fatto di avere già deciso di iscrivermi all’università mi abbia aiutato perché mi ha permesso di affrontare i provini senza troppa pressione. Credo che questo mi abbia aiutato a dare il massimo”. ù

È arrivato prima il Fulham e poi il Manchester? “Si, sono stato in prova al Fulham per 3/4 giorni oi ho giocato con la squadra delle riserve. All’epoca l’allenatore era Roy Hodgson che ha visto la partita dalla terrazza del suo ufficio. Subito dopo la partita mi chiamò nel suo ufficio. Era surreale, ero nella squadra delle riserve e l’allenatore della prima squadra voleva parlarmi. Parlammo un po’ e mi disse che voleva offrirmi un contratto. Anche lui aveva giocato nel Maidstone United. A volte il mondo è davvero piccolo. Poi andai in prova anche al Middlesbrough per una settimana ma alla fine scelsi il Fulham e dopo una stagione con le riserve, cominciai ad avere delle opportunità in prima squadra”.

Come nasce la scelta di diventare vegano? “Credo che non sia solo un fatto di alimentazione, e di prodotti vegetali, ma è qualcosa che entra a far parte della tua vita quotidiana e influenza anche le tue scelte, il tuo modo di vestire e i tuoi comportamenti, Essere vegano ti rende più consapevole in certi aspetti ma dipende da come ti senti. Ognuno vive questa scelta a modo suo”.

Hai un luogo preferito a Roma? “È difficile da dire e credo che sia questo il bello di Roma, c’è molto da fare. Puoi andare in centro e visitare tutte le attrazioni turistiche, come ho fatto con la mia famiglia, ma puoi anche uscire dal centro per fare una bella passeggiata. Uno dei nostri posti preferiti è il parco della Caffarella dove portiamo i nostri cani ma ci piace anche andare al mare visto che non è tanto distante. Non sono poche le persone che vogliono venirci a trovare dall’Inghilterra perché a tutti piace Roma e anche noi la amiamo”.

Noi diciamo che Roma è la Grande Bellezza. “Si, sono d’accordo. DI giorno puoi andare in giro a vedere le attrazioni turistiche che poi di notte sono così ben illuminate. Non ero mai stato a Roma prima di venire qui. Ho molti amici che ci erano già stati e me ne avevano parlato benissimo ma noi non ‘avevamo mai visitata e ora abbiamo la possibilità di viverci. Roma ci piace molto”.

Puoi parlarci di “Football Beyond Borders”? “Si, tanti anni fa mi hanno presentato il fondatore Jasper e lui stava facendo una grande lavoro a Londra e a Brixton, un quartiere di Londra nel quale era davvero necessario dare assistenza e delle prospettive ai bambini nelle scuole e lì mi sono reso conto che spesso il calcio è una passione comune a molti ragazzi per cui ha pensato ad un modo per far convivere questa passione con l’istruzione scolastica e ha trovato un metodo per coinvolgere molte scuole e di istituire diversi programmi, non solo a livello calcistico, ma anche con l’obiettivo di aiutare i ragazzi a concentrarsi su vari progetti. L’associazione lavora con loro per tanto tempo e li coinvolge in vari progetti. Ad esempio, 8 ragazzi lavoravano a parti diverse del solito progetto e imparano a lavorare in gruppo acquisendo conoscenze. In seguito l’associazione si è espansa fino a Manchester. Quando visitiamo le scuole, parliamo con qualche insegnante e loro ci raccontano i cambiamenti che hanno visto grazie al nostro lavoro. Infatti, alcuni di questi ragazzi sono i più inquieti, sono considerati problematici ma alla fine sono solo persone con una storia particolare e delle difficoltà. Vedendo i progressi e il percorso compiuto da alcuni ragazzi, bisogna dare pieno merito a “Football Beyond Borders” e al loro team. Stiamo crescendo molto, ci sono diverse scuole che vogliono partecipare al progetto e portarlo nelle loro aule. Mi appassiona molto vedere la crescita di questi ragazzi, perché loro sono il nostro futuro”.

Come va con l’italiano? “Bene, con qualche alto e basso, credo sia normale quando si impara una lingua. Capisco molte parole e sono in grado di pronunciarle altre. Ci sono degli alti e bassi e ci sono dei momenti in cui ho delle difficoltà. È molto difficile imparare una nuova lingua. Devo continuare a insistere, ma al momento ho qualche alto e basso”.

Ti piace la musica? “Si, mi piacciono diversi tipi di musica. Ascolto un po’ di musica italiana in particolare nello spogliatoio perché abbiamo giocatori portoghesi, spagnoli, italiani, inglesi. C’è un bel mix di musica italiana e sudamericana grazie alle diverse culture nello spogliatoio”.

Ci sono altri sport che ti piacciono? “Mi piace il tennis, è probabilmente la mia più grande passione dopo il calcio. Poi mi piacciono anche il rugby e il cricket ma sono davvero un grande appassionato di tennis”.

Conosci la canzone “Grazie Roma”? “Ovviamente. Devo ammettere di non essere un grande cantante. Daje Roma sempre. La prossima volta parleremo in italiano”.

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