Smalling e la “misteriosa” clausola sul rinnovo: cosa c’è scritto davvero sul contratto

Niente di nuovo, anche se le parole del suo agente potrebbero far pensare il contrario. Non ci sono novità clamorose nel rapporto – e nel contratto – tra Chris Smalling e la Roma ma, la situazione, è piuttosto chiara. Con ordine: il contratto del centrale inglese, 33 anni tra pochi giorni e già 21 presenze stagionali, scade nel 2023. A giugno. Oggi il suo procuratore, James Featherstone, ha detto: “La Roma non ha un’opzione automatica sul rinnovo“. Vero, ma non è una novità. Perché è Smalling ad avere diritto, a determinate condizioni, a comunicare alla società la volontà di rinnovare il contratto per un’altra stagione alle stesse cifre dell’attuale accordo.

Smalling e il rinnovo, come è la situazione

Chris, infatti, se raggiungerà il 50% delle presenze stagionali sui tre fronti (continuando a giocare con questa continuità potrebbe farcela a febbraio, ma molto dipenderà dal cammino nelle coppe), potrà comunicare alla Roma la voglia di prolungare fino al 2024 alle stesse condizioni attuali. In quel caso il club sarebbe obbligato ad accettare. Ma non è detto che accada: Smalling potrebbe non arrivare al 50% delle presenze oppure la società e l’agente del ragazzo potrebbero mettersi a trattare su basi diverse. Ad esempio: rinnovare per due anni, invece che per uno, con ingaggio spalmato. In ogni caso, in virtù dell’attuale accordo, è Smalling ad avere il diritto sul rinnovo e non la Roma. Come ha detto il suo procuratore e come, da Trigoria, hanno sempre saputo e confermato.


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