Slancio Commisso: “Chiesa, una cosa per volta. Stadio? Sì, ma come dico io…”

Il presidente: “Dopo 7 mesi lontano ora penso di restare anche qualche mese in Italia. Non arrivare in Europa non sarebbe un fallimento”

Rocco è tornato. Dopo una lontananza forzata, il presidente viola è atterrato questa mattina e l’agenda, come sempre, è piena. “Per 7 mesi non sono potuto tonare in Italia – inizia Commisso -, pensate, sono 7 mesi anche che non vado in un ristorante. Negli ultimi 3 mesi se non altro ho potuto lavorare in ufficio, ora penso di restare anche qualche mese qui. Devo affrontare molte questioni, partendo dalla squadra, le infrastrutture, il mercato: voglio salutare ed abbracciare tutte le persone che mi sono mancate. E voglio vedere come sta andando la questione del centro sportivo di Bagno a Ripoli. Stadio? Ho un po’ più di fiducia, ma lo voglio fare come dico io, altrimenti non ha senso. Parleremo con le istituzioni e vedremo”.

Squadra pronta

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“Condivido ciò che ha detto Pradè, la squadra è fatta. Se poi ci saranno nuove opportunità nei prossimi venti giorni per migliorare, vedremo. Ma non aspettatevi di spendere soldi, il sistema ora è cambiato. Non abbiamo debiti con le banche, mentre leggo di tante squadre con grandi debiti. Però non possiamo ogni anno perdere quanto quello scorso. Ho analizzato attentamente la squadra e l’85% dei giocatori è arrivato negli ultimi due anni. É una rivoluzione, noi abbiamo fatto già molti investimenti anche a gennaio e questo ha aiutato la squadra, si è visto. Bonaventura? Ha bisogno di migliorare la propria condizione, mi piace. Peccato non avere Amrabat la prima giornata di campionato contro il Torino (è squalificato, ndr)”. Nessuna indicazione sul futuro di Chiesa. “Come finirà? Speriamo bene (ride, ndr). Facciamo una cosa per volta, io dico solo che voglio piano piano fare una Fiorentina sempre più forte. La media punti di Iachini è stata quasi da Europa, ma non arrivare in Europa non sarebbe un fallimento. Ad ora voglio finire nella parte sinistra della classifica, poi per il futuro nessuno vuole vincere più di me”.

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