Skriniar, giù dalle montagne russe: così sta tornando il gigante di Conte

Le panchine, il corteggiamento di Mou, il Covid e la nascita della figlia, fino all’autorete che aveva complicato la qualificazione della Slovacchia all’Europeo: il 2020 pazzo del centrale, che in nerazzurro torna importante

Secondo un abusato luogo comune, i calciatori sono una “razza” privilegiata. Fanno un lavoro piacevole e molto ben retribuito, difficilmente si occupano in prima persona di incombenze fastidiose, sono seguiti e coccolati, hanno molto tempo libero. Cose in parte pure vere, ma che non tengono conto della psicologia dell’individuo, il fatto che il calciatore è anche un uomo, con le sue fragilità, i suoi momenti no. Non è tutto oro, insomma, anche se ce n’è molto. La stagione di Milan Skriniar, per esempio, è una corsa sulle montagne russe. Un frullatore di emozioni, un’altalena di sentimenti. Il tutto all’interno di un periodo storico che sta sconvolgendo la vita di tutti, anche delle persone più benestanti.

panchine e mercato

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La stagione folle di Skriniar è cominciata in estate con il serrato corteggiamento del Tottenham di José Mourinho. Un addio che sarebbe stato reso possibile anche dall’esigenza dell’Inter di trovare cash da reinvestire. Ma anche da un discorso tecnico, visto che nel finale della passata stagione Skriniar era finito ai margini, Conte gli aveva preferito spesso Godin, De Vrij e Bastoni. Ha giocato da titolare soltanto contro il Genoa nelle ultime quattro partite di campionato ed è stato impiegato per appena 6 minuti contro il Leverkusen in tutto il cammino in Europa League. Logico pensare a un divorzio ormai imminente e conveniente per tutti. Ma lui muto. Mai una parola fuori posto, mai un mal di pancia manifestato in pubblico o anche fatto percepire a compagni, tecnico o società durante il lavoro quotidiano. Soltanto un’intervista in patria a inizio settembre. Distensiva. Professionale. “Io via dall’Inter? Non ho informazioni in merito. Ho un contratto di tre anni con il club, sono un giocatore di questa società. Nessuno, dall’Inter, mi ha detto che non mi vuole. Conte mi vuole ancora a Milano. Non è facile scegliere chi far giocare con 30 giocatori a disposizione. Di sicuro, l’allenatore non fa scelte per ferire qualcuno, ma per il bene della squadra. Non ho motivo di lasciare l’Inter. Loro mi vogliono ancora e io mi sono sempre impegnato in allenamento. Sono il giocatore di sempre”.

il covid e la nascita della figlia

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Infatti, Skriniar non si è mosso anche se la prima partita contro la Fiorentina l’ha vista dalla panchina. Poi titolare contro Benevento e Lazio. Fino alla mazzata: la positività al Covid-19 riscontrata con un tampone effettuato durante il ritiro con la sua nazionale. Skriniar ha trascorso 21 giorni di quarantena in Slovacchia. Una quarantena molto sofferta perché nel frattempo la compagna Barbora ha dato alla luce Charlotte, la loro prima figlia, e lui ha potuto abbracciare entrambe solo alla fine dell’isolamento, alcuni giorni dopo. Il difensore nerazzurro ha saltato per il coronavirus tre partite di campionato e due di Champions e dopo essere andato in panchina contro il Real Madrid ha rivisto il campo soltanto domenica scorsa contro l’Atalanta. Poi, di nuovo la nazionale e altri brividi, per non farsi mancare nulla. Una sua autorete nel finale di partita contro l’Irlanda del Nord ha rischiato di compromettere la qualificazione all’Europeo della Slovacchia. Per fortuna poi Duris ha segnato il gol del 2-1 nei supplementari. Dopo un inizio così ballerino e inquieto, adesso Skriniar chiede soltanto un po’ di tranquillità. E continuità, quella che ha sempre avuto prima di questa seconda parte di 2020 trascorso sulle montagne russe.

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