Siamo all’inizio del ciclo azzurro. In Qatar ancora più forti

Questa Nazionale è all’inizio di un progetto di crescita, che ci porterà da protagonisti anche ai Mondiali

Non è una finale come le altre. Per mille motivi e uno più degli altri. Perché l’Europa del calcio si è innamorata, invaghita, del nostro modo di giocare; perché è piaciuto, ha rapito quel senso di unione che trasmettono lo staff e la squadra; perché, tra gli altri, abbiamo battuto il Belgio, numero uno del ranking mondiale; perché chi abbiamo superato in semifinale, Luis Enrique, ci ha fatto i complimenti e gli auguri (e sarà bene ricordarsi in futuro di questa lezione di signorilità); perché adesso siamo qui a Wembley a sfidare l’Inghilterra… E perché, comunque vada e incrociando le dita, questa finale non è la classica occasione “finale”.

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