Serie B, la lotta per la promozione e il caso Reggina

La volata dell’imminente primavera si annuncia complicata e indecifrabile come buona parte di questo campionato. A parte il Frosinone che resta concentratissimo su un obiettivo sempre più scontato, si profila una rincorsa senza esclusione di colpi al Genoa, altra protagonista ritrovata. Sono diventati 53 i punti di Badelj e compagni tenendo conto della penalizzazione. Nel 2006/07, torneo dell’ultima promozione in massima serie, erano 49 mentre i liguri avevano conquistato gli stessi punti di oggi nel 2004/05, l’anno dell’esclusione per illecito. Il Grifone piega, dunque, anche la Ternana di Lucarelli che pure nella sconfitta di Marassi conferma le proprie qualità. Ma i danni che possono fare certi avvicendamenti in panchina, quando non sono dettati da altro che dalla smania di essere ciò che evidentemente non si è o si deve ancora diventare, restano tali e condizionano il futuro. E così, sembra evidente, ormai, che solo il Bari di Mignani e la mina vagante SudTirol di Bisoli possono competere per la A diretta. Mentre la Reggina è in attesa del recupero e, soprattutto, degli sviluppi di una vicenda di giustizia sportiva che potrebbe diventare un caso da studiare a causa del mancato allineamento tra le norme sportive e quelle dell’ordinamento generale che, tuttavia, a logica, dovrebbero essere quelle prevalenti in un sistema in cui, però, ne abbiamo viste di tutti i colori. La cosa che conta di più sarà non mortificare il merito sportivo, l’unico collante in grado di tenere le cose insieme senza ingiustizie e senza furbesche iniquità. 

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