Serie A, un documento svela chi c’è dietro i soldi di una big

Il calcio italiano sta cambiando. Molti club non hanno più il classico presidente tifoso, ma spesso finiscono in mano a tanti proprietari in consorzio, con azioni in pegno.

In serie A molti sodalizi hanno visto mutare il volto di chi prendeva decisioni, una svolta che riguarda tutti i ranghi del pallone made in Italy. Il Genoa a fine 2022 è passato da Enrico Preziosi al Fondo 777Partners, i “cugini” della Sampdoria potrebbero cambiare proprietà, se non lo faranno entro quattro mesi sono destinati a fallire. Nel luglio scorso il City Football Group, posseduto dallo sceicco Mansour, ha acquistato l’80% delle quote societarie del Palermo.

L'Olimpico di Roma.
l’Olimpico vuoto.

Passando ai piani alti del nostro calcio, a Milano negli ultimi ciqnue anni c’è stato un grade via-vai. Il Milan è passato dal gruppo Elliot a RedBird di Jerry Cardinale. L’Inter, da par suo, ha visto il pacchetto azionario pssaro da Erik Thoir a Steven Zhang, restando in orbita asiatica. Cambiando continente, la Roma ha visto l’imprenditore americano James Pallotta, cedere il club di Trigoria al connazionale Dan Friedkin. Infine, L’italoamericano Commisso ha acquistato la Fiorentina da Diego e Andrea Della Valle.

Fondi e stadi: la strada nuova per la serie A

La maggior parte dei nuovi padroni della serie A ha il volto di fondi americani, asiatici, difficilmente le quote del club fanno capo ad un solo soggetto. Il calcio italiano vive di diritti tv, ha carenze strutturali orami evidenti, in primis quella di una mancanza di uno stadio di proprietà.

Dan Friedkin.
Dan Friedkin.

Proprio per patrimonializzare le società, i presidenti di Milan, Inter, Fiorentina e Roma hanno indicato nell’impianto fatto in casa la priorità per assestare i bilanci. Le milanesi, dopo tre anni di discussioni su come rivestire di nuova luce lo stadio di san Siro, hanno deciso di mollarlo per realizzare due catini in due zone differenti del capoluogo milanese. La Fiorentina giocherà in un Franchi rinnovato, mentre la Roma spera di nona vere sorprese e di vedere gli eredi di Francesco Totti giocare nello stadio di Pietralata, nella zona est della Capitale.

Roma fuori dalla Borsa: i costi

Proprio per avere le mani libere, il presidente della Roma, Dan Friedkin, ha deciso di portare la società fuori dalla Borsa. Dalla seduta del 14 settembre 2022 la Roma non è più quotata a Piazza Affari. Dan Friedkin con l’Opa di agosto ha arrggiunto il 95% di possesso delle azioni. lasciando la quotazione telematica. Uno sforzo costato all’attuale proprietà circa 37 milioni.

Roma e bond: 175 milioni entrano a Trigoria

L’imprenditore americano da quando è entrato continua a sostenere sforzi economici importanti, assolutamente insostenibili nel lungo periodo, considerando che lo Stadio di Pietralata non vedrà la luce almeno prima del 2027. Come riporta calcioefinanza.com, lo scorso 16 dicembre è stato siglato un documento, tecnicamente definito “atto di pegno”, sull’intero capitale in possesso a Neep Roma Holding. Parliamo di un bond, ovvero un prestito, da 175 milioni con un tasso al 6,04%. Il materiale è stato è quotato in Lussemburgo e tutto andrà saldato entro il 30 ottobre 2027. Una parte della liquidità compenserà il precedente bond da 275 milioni, un altro segmento ha visto l’ennesimo bonifico firmato Friedkin.

Roma, Bond da 175 milioni: ecco chi l’ha versati

Per il prestito da 175 milioni, la Roma si è rivolta agli investitori cosiddetti istituzionali. Nel progetto giallorosso hanno mostrato di credere soprattutto società di assicurazioni. Questo l’elenco completo di chi ha comprato le azioni della Roma: Massachusetts Mutual Life Insurance Company; Ascend Life Insurance Company; Metropolitan Life Insurance Company; Nationwide Life and Annuity Insurance Company; NB EPL Fondo de Titulización; Pacific Life Insurance Company; Reliastar Life Insurance Company; Voya Investment Trust; Voya Private Credit Trust; Voya Retirement Insurance and Annuity Company.

 

 

 

 

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