Serie A, Torino-Atalanta 2-4: la doppietta di Belotti non basta

TORINO – Il Toro di Cairo è un ottimo spot per il campionato di serie B. Burro liquido (Belotti a parte) che la Dea di Gasperini beve a sorsate. Finisce 4 a 2 per l’Atalanta (11 gol a 2, considerando anche il 7 a 0 di gennaio). Il vero senso del risultato, della distanza abissale tra le due squadre, lo danno però gli angoli, se vogliamo continuare a ragionare coi numeri: 7 a 2 per i nerazzurri. I granata passano anche in vantaggio, ma poi l’Atalanta comincia a prendere in mano il pallino e non lo perde più. Con Gomez sopra a tutti di una spanna, tra i suoi: un gol e 2 assist. Una squadra mediocre e non adeguatamente rinforzata, impresentabile dietro, sulle fasce, a centrocampo e pure davanti (Zaza), viene travolta da un avversario che si è quasi allenato, giocando a memoria sull’onda di una cifra tecnica imparagonabile. E ha pure vinto facilmente: sigillando il risultato già a inizio ripresa.

STRISCIONE ANTI CAIRO – Tre note di cronaca legata all’ambiente. Primi tifosi allo stadio del Toro, si è cominciato con 700 spettatori (ingressi a inviti: sponsor, parenti, amici, medici e infermieri). Terreno inadeguato, con zolle che saltavano di continuo. Striscione anti-Cairo della Maratona esposto al Fila prima della gara: “Siamo stufi del tuo parlare, devi spendere, maiale”.

PRIMO TEMPO – Cinque gol, dopo la traversa di Zaza (botta in diagonale). All’11’ prima rete di Belotti, che nell’esultanza col pallone sotto la maglia annuncia una possibile paternità (assist intelligente filtrante di Rincon e diagonale vincente del Gallo). Primo timbro in carriera all’Atalanta, per il capitano. Atalanta che man mano prende possesso sempre più e meglio del campo, sull’onda della propria evidente caratura superiore, quanto a qualità: soprattutto dalla mediana in su. E così la Dea comincia a colpire, meritatamente, ispirata in primo luogo dal suo capitano. Di qui il pari già al 13’ con una botta appunto di Gomez da fuori, angolatissima (13’; 100° gol in carriera), e poi il 2 a 1 con Muriel, lanciato ottimamente ancora dal Papu e andato via a Murru, facilmente (e pochi minuti prima avevano già avuto due occasioni Zapata e Gosens). Non cambia la trama della partita, con i granata che faticano a tenere il pallone e imbastire azioni. Al contrario i nerazzurri sono sempre affilati: e passano ancora al 42’. Nuovo lancio di Gomez, Hateboer s’incunea tutto solo e al volo la butta dentro. Il Gallo riapre tuttavia la partita con astuzia un minuto dopo, sfruttando di testa un cross vagante in area di Vojvoda, filtrato in mischia.

SECONDO TEMPO – Il gol già al 9’ di De Roon (piatto angolato da centroarea su servizio di Muriel) chiude nei fatti il match. Espressione anch’esso di una netta superiorità dei bergamaschi nella manovra, nella costruzione e nell’occupazione degli spazi. Una superiorità che non evapora nemmeno dopo il doppio vantaggio (2-4) e a fronte delle ripetute sostituzioni. L’Atalanta controlla senza neanche sudare troppo, continuando comunque a cercare il gioco, mentre neanche si nota una vera reazione dei granata: troppo deboli, troppo lacunosi, troppo inferiori. E verso la fine orfani anche di Rincon: guaio muscolare alla coscia sinistra. Il nulla del Torino, il tutto della Dea, persino pietosa.

Serie A, Torino-Atalanta 2-4: tabellino e statistiche

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