Serie A, Juve-Sampdoria 3-0: Kulusevski, Bonucci e Cristiano Ronaldo show

TORINO – Allenatori e calciatori sono una categoria professionale per la quale il detto sugli esami che non finiscono mai è perfino eccessivo, più che vero. Andrea Pirlo e Dejan Kulusevski, dunque, sono attesi ancora da un’infinità di prove. Intanto, però, dopo aver superato l’esame da allenatore Uefa Pro lunedì scorso – Pirlo – e l’esame della prima stagione in Serie A l’anno scorso – Kulusevski – hanno passato alla grande anche l’esame del campo e quello della maglia bianconera.

Pirlo lo ha fatto alla Pirlo, sorprendendo tutti con un lancio a cui nessuno aveva pensato. Quello di Gianluca Frabotta, ventunenne terzino sinistro della formazione Under 23 che aveva debuttato da titolare all’ultima giornata dello scorso campionato, al posto dell’infortunato Alex Sandro. E con un lancio non così sorprendente, ma certo non scontato: quello del ventiduenne Weston McKennie, l’ultimo arrivato, subito tra i titolari.

Per il resto la formazione della prima Juventus è stata quella annunciata: Cristiano Ronaldo e Kulusevski attaccanti, appoggiati dalle incursioni di Cuadrado, Ramsey e Frabotta; Rabiot e McKennie perni centrali, aiutati in copertura dai ripiegamenti di Cuadrado e Ramsey; Danilo, Bonucci e Chiellini difensori, ai quali si aggiunge Frabotta in fase di non possesso.

Fase in cui la Juventus si è però trovata poco (67% il possesso palla a fine primo tempo): applicatissimi nel seguire i dettami di Pirlo, i bianconeri hanno preso subito in mano il gioco creando un pericolo dopo l’altro con Ramsey, Danilo e Ronaldo, fino al gran gol di Kulusevski al 13′: un colpo da biliardo (metafora abusata ma perfetta, nel caso) con il sinistro, di prima. Perla di una prestazione eccellente per qualità e quantità. La Sampdoria ha abbozzato una reazione, subito soffocata dall’aggressività di una Juventus che ha sfiorato più volte il raddoppio, negato al 24′ dalla traversa a un Ronaldo vivace ma meno preciso del solito.

Ecco, se c’è stato un neo, nel primo tempo bianconero, è stato il rapporto tra la superiorità espressa (8 tiri a 2) e l’unico gol segnato. Difetto di vecchia data, spesso sottolineato nella scorsa stagione. La Samp, così, ha potuto provare a riequilibrare il risultato nella ripresa, aumentando il potenziale offensivo con Quagliarella e Ramirez. Qualche minuto per adattarsi al nuovo assetto blucerchiato, poi la Juventus ha ripreso in mano la partita, trascinata dall’energia di McKennie e Ramsey e dalla forza di Rabiot, trovando però un’opposizione più coriacea e più reattiva nei blucerchiati. Opposizione venuta meno su un corner al 33′, quando dopo un rimpallo aereo tra McKennie e Bonucci Berezinskyi ha ciccato il rinvio e il difensore bianconero ha firmato da due passi il 2-0. Partita chiusa, non fosse stato per la riemersione di un altro vecchio difetto bianconero: ritenere i tre punti acquisiti prima del tempo. Così la Sampdoria si è procurata un paio di occasioni per riaprire il confronto e al 37′ Szczesny ha compiuto un miracolo su un colpo di testa di Ekdal deviato da Bonucci, mentre al 41′ Quagliarella ha sfiorato un palo in diagonale. In mezzo anche un salvataggio di piede di Audero su McKennie, a evitare momentaneamente il 3-0 in un finale pirotecnico, chiuso dal fuoco d’artificio più atteso, a due minuti dalla fine: il settecentoquarantesimo gol in carriera di Cristiano Ronaldo.

Tre a zero, gli stessi numeri che formano un 30: il primo esame all’università il Maestro Pirlo lo ha passato tra gli applausi meritati dei mille presenti sugli spalti.

Serie A, Juve-Samp 3-0: tabellino e statistiche

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