Serie A, Genoa-Juventus 3-1: doppietta Simeone e autogol Alex Sandro, Pjanic troppo tardi

Serie A, Genoa-Juventus 3-1: doppietta Simeone e autogol Alex Sandro, Pjanic troppo tardi
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La squadra di Allegri va sotto di tre gol nel primo tempo, poi la rete del bosniaco arriva troppo tardi. Bonucci e Dani Alves kotwitta

GENOVA - Si può tentare di trovare le singole cause della sconfitta della Juventus, assegnando le responsabilità individuali, partendo - per esempio -  dalle scelte dell’allenatore (discutibilissime) e proseguendo con alcune prestazioni indecenti come quella di Dani Alves, inconsistenti come quella di Pjanic, molli e confuse come quelle di quasi tutto il resto della Juventus scesa in campo a Marassi. Oppure si può provare a dare un’interpretazione complessiva del black out juventino: un momento di psicosi collettiva (quanti litigi in campo!), un collasso psicofisico dopo la vittoria a Siviglia che ha, di fatto, risolto il primo obiettivo della stagione (la qualificazione agli ottavi di Champions e il quasi certo primo posto nel girone). Riassumendo la seconda interpretazione: tutto troppo brutto per essere vero e per iniziare ragionamenti di crisi o norimberghe calcistiche. Che ci siano cose da sistemare nella Juventus lo so sapeva anche prima dell’allucinante tracollo di oggi pomeriggio, ma è poco probabile che siano gravi come la sconfitta di Marassi vorrebbe dimostrare.

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BRAVISSIMO GENOA - Anche perché se il preambolo è necessariamente dedicato al fragoroso schianto della Juventus, sarebbe ingiusto non dare i meriti al Genoa: feroce, ben organizzato, spietato sotto porta. Una squadra eccellente spinta da un pubblico che incide fattivamente nella partita e da un allenatore che, non lo scopriamo questo pomeriggio, è destinato a prospettive superiori.

SCHIAFFAZZI - Il primo tempo sembra un film di Bud Spencer: la Juventus fa la parte del cattivo un po’ beota che piglia una valanga di schiaffazzi, inerme, lo sguardo fisso e un po’ ebete. Potevano entrare vestiti da cowboy e al posto della partita giravano un grande remake. Dani Alves centrale è un epic fail che rivaluta la manovra di recupero dei battelli sul Po, ma la prima sciocchezza la commette Bonucci (tu quoque, Leo) facendosi rubare la palla in modo sconsiderato da Rigoni, che innesca l’azione dell’1-0 firmato da Cholito Simeone, al termine di un serie di tentativi respinti da un eroico quanto incredulo Buffon che salva tre volte la porta senza che una delle statue di sale in cui si sono trasformati i difensori bianconeri trovi tempo e modo di reagire. Il primo gol genoano arriva al 3’: potrebbe essere la sveglia a una Juventus intorpidita dalla Champions. Ma è solo l’inizio del crollo che si consuma in modo incredibile, attraverso una serie di contrasti molli, distrazioni lunari, azioni impazzite di una squadra che sembra una brutta parodia di se stessa. Il tutto mentre il Genoa infila una prestazione perfetta sotto ogni profilo, a partire da quello agonistico, spinto da un pubblico carico come sempre. Difficile poi capire se l’aggressione alta portata dagli uomini di Juric sia la chiave o piuttosto la resistenza frolla di centrocampo e difesa bianconera. Nel dubbio basta il risultato: 3-0 alla fine dei primi 45’. Il secondo gol nasce al 13’ da un’azione di Lazovic che salta Alex Sandro e mette al centro per il colpo di testa vincente di Simeone in tuffo da dentro l'area piccola. Il terzo arriva al 29’ da un corner di Lazovic: sponda di Burdisso, deviazione con il destro di Rigoni che termina in rete nonostante l'estremo tentativo di Alex Sandro di salvare sulla linea. Alla fine pare autogol del brasiliano. 

LA NOTIZIA PEGGIORE - Nel frattempo si fa male Bonucci (infortunio muscolare che il difensore si procura nel tentativo di arpionare un pallone nell’area del Genoa). In attesa di conoscere diagnosi e prognosi, il ko del difensore-regista potrebbe essere una notizia pure peggiore della sconfitta. A quel punto Allegri schiera la difesa a quattro con Rugani (uno dei pochi che si salva nel maxi processo finale) e Benatia centrali e l’irritante Dani Alves sulla destra, dove combina meno danni. Ma neppure l’inserimento di Higuain cambia qualcosa e la ripresa è solo più lenta nel suo incedere, con il Genoa che giustamente controlla e la Juventus prova ad attaccare con la stessa imprecisione con cui si è difesa nel primo tempo. Il meraviglioso gol di Pjanic, al 37’ su punizione, è un’irritante perla di inutilità.

NON SI SALVA NESSUNO - Difficile salvare qualche bianconero. Forse Buffon, forse Mandzukic (sul quale c’era un rigore solare per fallo di Ocampos alla fine del primo tempo ignorato dal pessimo Mazzoleni) non affogano nel disastro ma annaspano e semplicemente creano meno danni degli altri. La difesa bianconera vive la sua giornata peggiore da sei anni a questa parte: di Alves si è già detto, vale la pena ricordare uno dei rari errori di Bonucci (primo gol) e un inedito impaccio di Benatia. Alex Sandro, Pjanic e Khedira sono fantasmi. Cuadrado pasticcia. Lichtsteiner corre, corre, corre e basta. Insomma, l’analisi dei singoli rivaluta il 3-1. Per questa Juventus un buon risultato.

GENOA-JUVENTUS 3-1: TABELLINO E STATISTICHE

Tags: JuventusGenoa

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