Senza Ronaldo la Juve si smarrisce: Morata gol e rosso, Letizia firma la rimonta

Ai bianconeri non basta il gol dello spagnolo Morata: Dybala spreca la palla del raddoppio e i campani trovano il pari prima dell’intervallo. Finale incandescente

dal nostro inviato Valerio Clari @ValerioClari

28 novembre – Milano

Fermata anche a Benevento. Superata dall’Inter. Potenzialmente a meno sei dal Milan capolista. Dopo aver indirizzato la gara col solito Morata la Juventus perde altri due punti contro una neopromossa e con loro anche parecchie certezze. La dipendenza da Ronaldo non è più un sospetto, è una realtà: la rinuncia col senno di poi alimenta rimpianti. Il gioco offensivo contro le squadre chiuse resta un’idea teorica, con poche applicazioni reali, anche per la forma rivedibile di molti interpreti. Il Benevento festeggia al 96’, i bianconeri si infuriano per l’atteggiamento speculativo dei padroni di casa e dopo il triplice fischio un nervosissimo Morata riesce anche a farsi espellere. Resta un altro pareggio per Pirlo, dopo quelli con Verona e Crotone, rimane anche la buona partita della classe operaia di Inzaghi: Letizia (autore dell’1-1), Improta e Schiattarella in testa.

Segnali

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Per la Juventus ci sono segnali ricorrenti che sembrano campanelli d’allarme non ascoltati. Il primo: i gol presi all’ultima azione. Con la Lazio da Caicedo al 94’, con il Benevento a fine primo tempo, quando Letizia sfrutta al meglio, con un tiro al volo che finisce all’angolino, un rinvio corto di Arthur. Non una disattenzione isolata: sempre nel recupero, pochi secondi prima, si era visto un tiro di Schiattarella su cui Szczesny aveva dovuto fare un paratone (non il primo intervento, peraltro). La gestione dei finali va rivista. Altro segnale negativo: una eccessiva fatica con le piccole, in trasferta. Era successo a Crotone, è accaduto ancora al Vigorito. Non è un caso che in entrambe le partite mancasse Ronaldo, l’uomo che da solo può “mangiarsi” un certo tipo di rivali. Però la Juve non può affidarsi in toto al portoghese. Sul vero Dybala ancora non può contare: il suo primo tiro centrato arriva nel finale (il buon Montipò para).

Alvaro e poco altro

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Morata non basta: aveva fatto centro al primo tiro in porta, confermando di essere cresciuto soprattutto in efficacia: gran lancio di Chiesa da destra, Ionita in ritardo in chiusura, Alvaro se la aggiusta col destro e col sinistro infila il diagonale sul palo lontano. La profondità invocata da Pirlo porta i suoi frutti, ma non sarà ritrovata: la Juve arriverà pericolosa al tiro dopo belle azioni con scambi prolungati e triangoli, chiuse da Dybala (fuori di poco) e da Ramsey (Montipò para coi piedi). Se il primo tempo si chiude in modo insoddisfacente per i bianconeri, il secondo sarà peggio: giusto il 9 spagnolo per due volte si renderà pericoloso, la prima sbagliando di testa, la seconda con un turo da fuori. Ma con Dybala ancora non in palla, Cuadrado che sbaglia tanto e Kulusevski che quando entra incide pochissimo, la squadra di Pirlo crea poco. Si gioca anche poco, nei secondi 45’, fra falli, infortuni veri o presunti, cambi e legittima voglia del Benevento di portare a casa il prezioso pareggio. La missione è compiuta. Nessuna giocata degna di Diego Maradona, resta l’applauso al 10’, quando le squadre si fermano per ricordarlo.

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