Senza gol e con troppo nervosismo: la Roma cerca la svolta

Il test con il Casa Pia sarà una sorta di prova d’appello dopo una serie di amichevoli in cui il motore giallorosso è rimasto ingolfato: solo 5 gol nelle ultime sei uscite. E il vice di Mou…

dal nostro inviato Andrea Pugliese

18 dicembre – Albufeira (Portogallo)

La partita con il Casa Pia sarà un po’ la prova d’appello, per cercare di capire se il motore della macchina è riuscito a ripartire o resta ingolfato come lo abbiamo visto contro il modesto Cadice. Non che i portoghesi valgano molto di più (anche se dopo le grandi di Portogallo, nella Superliga ci sono loro al quinto posto), ma sulla carta sembra un test di maggior livello. Ma la Roma come ci arriva? Male, almeno a quanto visto proprio nella prima amichevole portoghese. Con due problemi su tutti: la mancanza del gol e l’eccessivo nervosismo.

A caccia di reti

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I giallorossi nelle ultime sei partite (le tre di campionato con Lazio, Sassuolo e Torino e le amichevoli con Nagoya Grampus, Yokohama Marinos e Cadice) hanno segnato appena 5 reti, meno di una a partita (esattamente una media di 0,83 a gara), di cui tre nel secondo tempo del test contro lo Yokohama, quando i campioni di Giappone avevano cambiato un po’ tutti e messo le seconde linee. Insomma, nei restanti undici tempi di gioco appena due reti, una miseria totale. E in queste sei partite in ben tre occasioni la squadra di Mourinho non è riuscita neanche a segnare, altro dato assai preoccupante. Ecco perché la produzione offensiva preoccupa eccome, soprattutto guardando lo stato di forma attuale di Abraham, che anche contro il Cadice ha regalato più spunti negativi che positivi (uno solo, la girata dal limite nel primo tempo). Considerando che Belotti sarà ancora ai box per un po’ (ad Albufeira sta facendo lavoro differenziato, ma poi non è che il Gallo finora abbia fatto molto meglio dell’inglese, anzi…), i motivi per preoccuparsi in vista della ripresa con il Bologna ci sono eccome. La speranza, ovviamente, è il ritorno di Dybala, con lui in campo la Roma ha tutto un altro spessore offensivo, come visto anche negli ultimi 20 minuti della sfida con il Torino, all’ultima di campionato. Ma come tornerà l’argentino a Trigoria? In che forma sarà visto i pochissimi minuti giocati negli ultimi tre mesi?

Il nervosismo

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E poi c’è l’altro filone conduttore dell’anima giallorossa, un nervosismo latente che è tornato a vedersi in modo netto e inequivocabile anche nell’amichevole con il Cadice. Prima il rosso diretto a Vina per un fallo di frustrazione dell’uruguaiano su Alejo (Matias ne aveva appena subito uno da Lautaro e si è voluto vendicare così), poi la rissa finale innescata da un’altra entrataccia di Cristante su Sobrino, che lo aveva appena irriso con un bel gesto tecnico (e al mediano è andata bene, se l’è cavata solo con un giallo). E’ vero che da quando c’è Mourinho sulla panchina giallorossa alle amichevoli calde, per così dire, siamo abituati, basti pensare alla rissa con il Porto di due estati fa o a quella con lo Sporting di Faro, nella scorsa estate. Ma è un cliché che denota come la squadra si renda conto di far fatica su tante cose. E che arriva anche dopo l’espulsione di Mourinho con il Torino, per esempio, per la quale il tecnico portoghese dovrà saltare le sfide con Bologna e Milan, alla ripresa. Al suo posto in panchina andrà Salvatore Foti, che però non era presente in Giappone e non c’è neanche in Portogallo. Il che fa pensare, considerando che è un vice che dovrà essere “titolare” della Roma in due partite caldissime e vitali. E’ vero, c’è un Supercorso di mezzo, ma c’è anche il futuro della Roma che balla. E che una certa importanza ce l’ha…

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