Senza gioco e col morale giù Con la Juve è rischiatutto

Una sconfitta che rischia di restare negli annali, nella categoria “disfatte inattese”. Un inizio di stagione che sulla carta, calendari alla mano, sembrava abbordabile prima della sfida alla Juve e che invece si è trasformata in un mezzo incubo. Chievo, Palermo, Pescara e Hapoel: quattro squadre con cui si poteva immaginare un bottino pieno. Sono arrivate una vittoria in rimonta e un pareggio: uno shock per chi pensava che fosse arrivato finalmente il momento della svolta, dopo gli ultimi anni di sofferenze. Ma non sono solo i risultati a fare paura. In fondo c’è tutto il tempo per ribaltarli, per risalire la china. Il problema è che le sconfitte rispecchiano le prestazioni e che i problemi sembrano più dei gol subiti.

IN CERCA DI identità — Alla base dovrebbe esserci o un gioco, o almeno un’idea. De Boer è arrivato anche per questo: scuola olandese, idee granitiche, velocità e tendenza offensiva. Non si è visto nulla, se non nell’arrembaggio finale di Pescara: la mossa del “dentro tutti gli attaccanti”, però, è piuttosto basica. La gara di Europa League poteva essere l’occasione per provare a cercarne uno. Ma farlo con Medel e Felipe Melo è una strada già percorsa in passato, che non porta da nessuna parte. E anche se Eder è stato fra i meno peggio, non si sono certo viste delle frecce sugli esterni.

RICAMBI BOCCIATI — Con Melo e Medel abbiamo già scoperchiato il pentolone delle seconde scelte, delle riserve che avevano questa occasione per entrare nelle rotazioni. In questa fase della stagione, in cui si gioca ogni tre giorni, undici-dodici non bastano. I due centrocampisti centrali hanno limiti che si esaltano quando sono in coppia, Palacio è tutto fuorché un’alternativa credibile a Icardi, Biabiany non ha mostrato nulla che meriti di essere rivisto presto. Anche Brozovic è sembrato lontano anni luce dal giocatore che si era fatto apprezzare in fasi della scorsa stagione. Nagatomo e D’Ambrosio sono incorsi ancora in errori di posizioni e di scelte, senza parlare del primo gol, nato da un cross da destra con uomo libero sul secondo palo. Sugli esterni , poi, queste non sono nemmeno vere seconde scelte. Salvo Ansaldi, infortunato, chi è il titolare?
MORBO IN MEZZO — Senza il Financial Fair Play domenica De Boer ritroverà Joao Mario e Kondogbia. Il tecnico si è soffermato molto sulle palle perse con leggerezza, nell’analisi post partita. Il portoghese aiuterà, Kondogbia forse. Banega non è immune da morbo “palla persa”: Un po’ deve velocizzare l’azione, ma soprattutto deve trovare soluzioni. Stasera cercava invano un uomo a cui scaricarla: i compagni si muovono poco e male. Questione anche di corsa, e di voglia, forse.
DEPRESSIONE — Di sicuro c’è che la batosta israeliana condiziona l’avvicinamento alla gara con la Juventus: se la montagna sembrava già alta da scalare, farlo con il fardello di un ambiente depresso, se non arrabbiato, è ancora più difficile. La sfida di San Siro assume già i contorni di una resa dei conti: o si fa l’impresa, o si rischia di sprofondare. Non solo in classifica, ma anche nel morale e nelle aspettative per la stagione. Per fortuna di Icardi e compagni, però, anche la storia recente (vedi gara di coppa Italia) racconta di una squadra che, quando vede bianconero, sa trovare energie inaspettate, anche nei momenti più bui.

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