Selfie macabro con Maradona, minacce di morte ai responsabili: “Tutto un equivoco”

I tre autori degli scatti, tutti licenziati, sono finiti nel mirino degli ultrà e saranno denunciati. Uno di loro: “Foto fatta a tradimento, stavamo solo preparando il feretro”

Le conseguenze degli scatti rubati alla salma di Maradona si fanno sempre più serie. Dal ripudio e dalla condanna social si è infatti passati alle intimidazioni e alle vere e proprie minacce di morte. A denunciarlo è uno dei tre responsabili dei selfie incriminati che hanno fatto il giro del web poche ore dopo il decesso del Pibe de Oro. Nella denuncia fatta ai microfoni di Radio 10, Claudio P. (identificato e licenziato in tronco dall’agenzia di pompe funebri per cui lavorava, così come gli altri due autori del macabro gesto) ha lamentato di aver ricevuto decine di messaggi minatori e diverse minacce di morte da parte di alcuni esponenti ultràs del Boca Juniors, a quanto pare decisi a vendicare l’oltraggio nei confronti del Diez.

Indagini

—  

La polizia è già stata informata e, vista la gravità della situazione, la magistratura ha deciso di agire d’ufficio nei confronti dei tre ex dipendenti dell’agenzia Pinier per evitare un’ulteriore escalation di minacce. Anche perché, oltre alle minacce ricevute, Claudio P. ha segnalato anche la presenza di “individui sospetti” davanti al portone dell’abitazione in cui vive. Il primo passo delle autorità è stato perquisire i locali dell’agenzia funebre, dove – stando a fonti della polizia – sarebbe stato rinvenuto “altro materiale fotografico di cattivo gusto relativo alla salma di Maradona”.

La difesa

—  

Tuttavia, sempre ai microfoni di Radio 10, Claudio P. si è difeso, spiegando che “si tratta solo di un grande equivoco. Quella foto non l’ho scattata io ed è stata fatta a tradimento, nel senso che qualcuno mi ha colto nel momento in cui stavo preparando il feretro. Nessun esibizionismo, lavoro da tanti anni in questo settore e sono di quelli che hanno sempre ripudiato certi gesti. Ho lavorato al funerale del papà di Maradona, nel 2015, e non mi sono certo sognato di fare nulla del genere nemmeno all’epoca”, ha assicurato uno dei tre coinvolti nel fattaccio. “Sono stato licenziato per qualcosa che non ho fatto, ma chiedo comunque scusa a chi si è sentito offeso”. Parole, quelle di Claudio P., che tentano di allentare il clima di tensione che ha generato persino minacce di morte, ma che (con ogni probabilità) non serviranno a dissuadere i famigliari di Maradona dall’intenzione di sporgere denuncia.

Precedente Addio Maradona. Il ricordo di Zico: "Con Diego grande amicizia e nessuna rivalità" Successivo Ronaldo, Kusturica ammette: "Film su di lui? Non c'è nulla da raccontare"