Se la Champions può far male alla Champions

Napoli, Milan e Inter, distratte dalle sfide che valgono la semifinale europee, frenano in campionato. Non è semplice immaginare le quattro italiane alla prossima edizione della coppa

La Champions fa male alla Champions. Molto male. Con la testa necessariamente al ritorno delle sfide che valgono la semifinale europea — forse anche tutta la stagione — Napoli, Milan e Inter frenano di nuovo in campionato, complicando così la rincorsa alla prossima Champions. Che bel paradosso. Stanchezza, turnover e pensiero altrove: gli alibi non mancano, gli avversari ne approfittano, ma la classifica non aspetta e s’ingarbuglia in vista di una volata ad altissimo coefficiente di emozioni. Non incantano Spalletti e Pioli che, almeno, un punto lo portano a casa. Male Inzaghi, atterrato dal Monza dopo aver messo in croce il Benfica: una delle continue e inspiegabili trasformazioni da Dottor Jekyll a Mister Hyde. Effetto Champions che non risparmia le altre pretendenti: cadono anche Benfica e Chelsea, pareggia il Bayern, vincono soltanto Real Madrid e City diventate oggi, non a caso, le favorite al successo finale.

Vantaggi

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Questi risultati fanno da propulsore per Roma, Atalanta, Juve e, a questo punto, anche per Bologna e Fiorentina: Motta e Italiano corrono più degli altri, non hanno coppe ingombranti sulla loro strada e, per le note vicende extra-calcistiche in corso, non sanno ancora quante squadre davvero le precederanno in classifica. Non parliamo della travolgente Lazio di Sarri: mancano otto giornate e i quattordici punti di vantaggio del Napoli sono un’assicurazione invidiabile sullo scudetto. Ma con qualche giornata in più Spalletti poteva anche tremare. La Lazio ha conquistato ventuno degli ultimi ventiquattro punti, ormai va a memoria, non ha altri impegni e da qui a fine campionato si ritrova soltanto Milan e Inter come rivali d’alta classifica (chissà in quali condizioni): ci si può sbilanciare considerando Sarri quasi in Champions. Soltanto la Lazio può farsi male. Il Napoli invece la Champions l’ha già in tasca. Però non è più quello che spaventava l’Europa. Nelle prime ventuno giornate aveva perso per strada appena cinque punti. Nelle ultime otto ne ha lasciati ben otto. Il futuro passa dalla sfida con il Milan. Il quarto d’ora finale di Osimhen ha però spiegato che ritrovare le vecchie sensazioni è possibile. Quindi: Napoli, forse Lazio, e…?

Scenari

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Non è semplice immaginare tutte le quattro italiane della prossima Champions. Anche perché potrebbero essere cinque se una delle milanesi, vedi mai, sollevasse la coppa a Istanbul piazzandosi contestualmente oltre il quarto posto. Discorsi del genere, però, al momento sono fantascienza. La realtà dice che Lazio, Roma e Milan sono al momento le tre che si aggiungono ai futuri campioni d’Italia. Domani chissà. Una cosa, infatti, è la classifica totale e un’altra la tendenza più recente che assume contorni a dir poco sorprendenti. L’Inter, per esempio, oggi lotterebbe per la retrocessione: nelle ultime cinque giornate ha conquistato un punto. Com’è possibile che sia la stessa squadra che ha dato una lezione di gestione tattica e caratteriale al Benfica non è dato sapere. Ci sono probabilmente due Inter. Una che sa concentrare energie fisiche e mentali quando l’obiettivo è a breve termine, in particolare nel “dentro o fuori”, l’altra che non riesce a programmarsi a lunga scadenza e diventa monotona, prevedibile e depressa. Mercoledì Inzaghi era un fenomeno, oggi ritornerà il tecnico sull’orlo dell’esonero. La verità è nel mezzo, la dimensione Inter è forse ancora troppo, saranno i risultati a dare il verdetto finale. Il calendario non è benevolo: Lazio, Roma, Napoli, Atalanta, Torino, lo stesso Verona. Più la semifinale di Coppa Italia, che prosciugherà altre energie, e i due punti di distacco dal Milan. Meglio l’Europa. Il Milan sceglie la strada del turnover totale decidendo di pensare all’oggi (semifinale) e di rimandare il domani (prossima Champions). Un punto con il Bologna, di questi tempi, non è da sottovalutare. Ci sono Roma, Lazio e Juve sulla strada del campionato, ma anche Lecce, Samp, Cremonese e Spezia. Stasera anche i rossoneri potrebbero essere costretti a inseguire: hanno gli stessi punti della Roma che ospita l’Udinese. Mourinho ha i suoi problemi: il Feyenoord da recuperare e una situazione infortuni per niente rassicurante. La sua si chiama Europa League ma, a questo punto, con le semifinali in gioco, si legge Champions. Stesso discorso per la Juve, amplificato in positivo dalla semifinale di Coppa Italia e in negativo dalle inchieste. Quello che dovrebbe preoccupare Allegri è la lista di rivali: Napoli, Atalanta, Milan e Bologna fanno parte del gruppo di squadre con cui la Juve quest’anno soffre. Nessun mistero: è colpa dell’approccio dei bianconeri che, contro avversarie più temibili, pensano a non prenderle e finiscono col subire (se si esclude fin qui l’Inter). Urge una svolta mentale. La Juve — sul campo almeno — può ancora farcela perché va più veloce di Inter e Atalanta, ma deve guardarsi alle spalle dal Bologna e da questa Fiorentina che va quasi come la Lazio. Ci sono ventisette punti ancora a disposizione. Troppi per avere sicurezze oggi.

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