“Qua….qua se arrivi secondo, fracaso”. Ovvero fallimento. Non ci sono molte strade per Paolo Montero. Il pensiero del tecnico è sempre stato quello di una mentalità Juve, acquisita sin dai tempi da giocatore e che ora ha provato a inculcare ai suoi giovani della Primavera. L’ex difensore uruguaiano ha sempre incarnato i valori e il dna bianconero, ricercato da sempre dalla società. Ed è proprio lui, nelle prossime, a prendere il timone della prima squadra dopo l’esonero ufficiale di Max Allegri. Il caos durante la finale di Coppa Italia ha spinto la società a fare scelte importanti come quella di separarsi dal tecnico livornese a due giorante dalla fine del campionato e puntare proprio su Montero, prima di buttarsi a capofitto su Thiago Motta.
Montero, dna Juve: il suo pensiero
Nelle scorse settimane Paolo Montero ha esternato un pensiero, ma è sempre attuale per far capire i valori Juve e cosa vuole il club: “Con questa maglietta qua devi crescere, portare i giocatori nell’U23 e in prima squadra, e farli arrivare pronti, vincendo. Qua è così, almeno a me hanno insegnato questo: se arrivi secondo, fracaso, fallimento. Non è un purtroppo perché è bellissimo, ma sei obbligato sempre a vincere. Noi dobbiamo essere questi e i ragazzi devono capirlo”.
Il tecnico ha poi continuato: “Ogni allenamento alla Sispor o al Comunale me lo dovevo meritare, perché per indossare la maglia della Juve ci deve essere meritocrazia, altrimenti si saluta e si va in un altro posto”. Il tecnico, a Ferentino a osservare i suoi ragazzi da fuori (per squalifica) nella gara contro il Frosinone, ora tornerà a Torino e prendere in mano la prima squadra per le ultime due giornate della Serie A.
Montero, il sentimento Juve
La storia di Montero e la Juve è iniziata lontano nel tempo. Una maglia che gli è entrata sin da subito nella pelle. In Italia è arrivato dal Penarol, prima all’Atalanta poi in bianconero. Con la Vecchia Signora ha giocato dal 1996 al 2005 e in campo ha sempre dato l’anima. Un combattente prima da giocatore e poi da allenatore, dove dal 2022 è tornato a Vinovo per allenare la Primavera.
“Tornare qua dopo 17 anni per me è terapia. La Juve per me è come la nazionale dell’Uruguay. Sentimento – ha detto il tecnico in un video recente -. Fai tutto per la maglia. E’ quello che cerco di trasmettere: la maglietta, Vinovo deve essere casa tua e quando arriva un avversario casa mia non si tocca. La maglia è sacra”. Quei colori, il bianco e il nero, da difendere come una famiglia: dal campo alla panchina, perchè il Montero pensiero non è mai cambiato.
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