Scontro Lega-giocatori sugli stipendi: arriva la norma “No spese folli”

Oggi consiglio federale tutto sulla crisi dei club: le posizioni sono distanti. Gravina propone la regola per non superare il monte ingaggi di quest’anno

Non è un consiglio federale di ordinaria amministrazione quello che si svolge oggi a Roma. L’ordine del giorno, al di là del frasario ufficiale, potrebbe essere sintetizzato così: come affrontare la crisi economica del calcio italiano aggravata dalla pandemia. I problemi sono tanti, le soluzioni diverse, le posizioni distanti. Per Gravina, a quasi tre mesi dall’abbondante conferma elettorale e a pochi giorni dall’ingresso in giunta Coni dopo un quadriennio senza calcio, è un test importante. Anche perché stavolta, la sua maggioranza è divisa: da una parte la Lega e i club di A che andranno all’attacco chiedendo tagli e rinvii dei pagamenti degli stipendi, dall’altra i giocatori che dicono non se ne parla facendosi una domanda: com’è possibile che le società, all’unanimità, chiedano di spalmare gli ultimi quattro stipendi della stagione con un nuovo rinvio, quando già in dieci hanno pagato il secondo (aprile) e qualcuno pure il terzo (maggio)?

accordo difficile

—  

La domanda alimenterà la discussione di oggi. La Lega – cioè Dal Pino e Marotta visto che Lotito è “inibito” per la squalifica per i tamponi – chiederà il taglio di due mensilità ai calciatori. Il problema è che il consiglio federale non è competente su questo. L’unica possibilità, come peraltro si verificò ai tempi della prima ondata pandemica, è un accordo calciatori-società club per club. Quanto ai rinvii, invece, la Federcalcio dovrà comunque valutare la situazione magari concedendo un mini rinvio (che non vada oltre la scadenza del 30 giugno per l’iscrizione al campionato). Difficile che si vada oltre. Questo “respiro” è già stato concesso ai club. Replicare, peraltro in un momento in cui diverse società lavorano a rinnovi e ingaggi particolarmente onerosi, rischia di generare il via libera a spese senza una vera copertura. E soprattutto il trionfo dell’idea del vincere a tutti i costi, meglio, a tutti i debiti.

“Riduci debiti”

—  

E qui veniamo all’altra storia all’ordine del giorno: il progetto “riduci debiti” che Gravina aveva annunciato nell’ultimo consiglio federale e che ora dovrebbe diventare norma. In pratica, dal primo luglio, i club non potranno spendere di più di quanto fatto nell’ultima stagione agonistica. Il budget si riferisce al monte contrattuale (non è chiaro se nel conto si calcoleranno, e quanto, pure i premi) determinato dai contratti pluriennali in corso d’opera per la stagione 2021-2022 e dei contratti che scadranno il 30 giugno. Non si può spendere più del 100 per cento di quanto hai speso la stagione prima. Per arrivare poi al 90 fra un anno e a 80 fra due. Altrimenti, niente mercato. A meno che non arrivi un aumento di capitale o una garanzia fideiussoria presentata dal socio di maggioranza. Dunque, basta giochi di plusvalenze e corse all’indebitamento. La Lega di A non sarebbe però del tutto convinta. Gravina, comunque, non pensa a un salary cap unilaterale che sarebbe autolesionista senza una norma europea. Il senso della norma è un altro: si può spendere se il club se lo può davvero permettere.

conto alla rovescia

—  

Il consiglio federale aprirà anche il dossier Salernitana-Lotito. Per Gravina le norme sono chiare, una doppia proprietà nella stessa categoria è impossibile. Nell’ordine del giorno, si fa esplicito riferimento alla questione: “Promozione dell’U.S. Salernitana. Adempimenti conseguenti all’applicazione dell’art.16 bis delle NOIF”. L’articolo che vieta le multiproprietà. Insomma, Lotito dovrà cedere il club e dovrà farlo al massimo fra trenta giorni a partire proprio dal consiglio federale di oggi o comunque entro la scadenza del 30 giugno per l’iscrizione ai campionati.

Precedente Wanda Nara si gode la spa in casa: due scatti infiammano i social Successivo De Zerbi ha deciso: "Addio Sassuolo. Scelta dolorosa"