Scandalo patenti, Edoardo De Laurentiis e quel recupero “facile” dei punti

Il nome del figlio del presidente del club, che non risulta indagato, finisce nell’inchiesta che ha già visto fra i protagonisti Koulibaly, Ghoulam e Callejon. Ecco perché…

Maurizio Nicita @manici50

17 settembre – Napoli

Anche Edoardo De Laurentiis, 35 anni, vicepresidente del Napoli e figlio del Patron Aurelio, è coinvolto nell’inchiesta sulle “patenti facili” che ha già visto fra i protagonisti Koulibaly, Ghoulam e Callejon per ottenere i documenti nautici. Va chiarito subito che il dirigente del club azzurro non è indagato e in ogni caso sui fatti in questione probabilmente arriverà la prescrizione. Rimane una brutta storia, come emerge nell’inchiesta dei pubblici ministeri Danilo De Simone e Cristina Curatoli (aggiunto Vincenzo Piscitelli). Una settimana fa sono stati notificati 21 avvisi di chiusura indagini a carico di direttori, ingegneri, esaminatori, titolari di scuole guida, ufficiali di polizia municipale tutti a vario titolo accusati di corruzione. Nell’informativa dei Carabinieri di Caserta esiste un lungo capitolo legato alla storia del recupero punti patente di De Laurentiis jr. Intercettazioni che servono agli inquirenti a dimostrare il metodo usato da Ciro Leva, ritenuto l’organizzatore del malaffare, nei rapporti triangolari tra clienti e quelli della motorizzazione civile.

Intercettazioni

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Sei punti recuperati sulla patente e qualche telefonata di troppo con un soggetto intercettato. Un corso abilitante per la patente quanto meno sospetto (per i carabinieri: falso, posticcio) e quelle conversazioni agli atti dell’inchiesta sulla Motorizzazione civile di Napoli. Sono i punti che vedono coinvolto il vicepresidente. È il 4 dicembre del 2014, quando i carabinieri ascoltano la prima conversazione: De Laurentiis jr ha da poco ricevuto una multa di 700 euro a Roma; è preoccupato di perdere punti (esperienza già avuta qualche mese prima), si rivolge a Ciro Leva, che gli dà questi consigli: “Allora paga e poi vediamo cosa dobbiamo fare, ma ti hanno fermato?”;

Edoardo De Laurentiis: “No”;

Ciro Leva: “Allora vieni da vicino che ne parliamo, stasera mi trovi in autoscuola; perché tu non stavi alla guida, alla guida c’era qualcun altro, mica ci stavi tu…”;

Edoardo: “Eh e chi ci mettiamo?”;

Ciro: “Non stavi tu alla guida, perché tu stavi qua a Napoli, hai prestato la macchina…”;

Eduardo De Laurentiis: “Eh, vatti a ricordare Ciro”.

Poi un’altra telefonata, quando ED “richiama Ciro Leva per comunicargli che non poteva essere risolta la questione, così come sinteticamente aveva lui proposto, perché la società di autonoleggio aveva già comunicato il suo nome quale reale conducente del veicolo”, scrivono gli inquirenti. Parole prive di conseguenze penali, dunque, che accendono un faro sulla storia dei “recupero punti in patente”.

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