Sassuolo, Raspadori cerca gloria anche con l’Inter

SASSUOLO – I giorni più belli e lunghi di Giacomo Raspadori. Il concentrato di emozioni passa dall’azzurro al neroverde per prendersi tutto il meglio da quando ha cominciato a farsi largo nel Sassuolo, dove da quando aveva 8 anni ha sempre pensato di trovare il paradiso nel club che ha creduto in lui fin dall’inizio. Il gol alla Slovenia per l’Europeo Under 21, poi la fascia di capitano e il 2-2 alla Roma rientrando alla base con De Zerbi che gli ha preparato la sorpresa migliore, davanti ai giallorossi che promossero Totti ventiduenne con la fascia. Domani l’aspetta San Siro per il recupero con l’Inter: De Zerbi è pronto a dargli nuovamente fiducia perché la favola continui dopo 19 presenze per 678′ giocati, due gol e un assist. Raspadori, bolognese di Bentivoglio cresciuto a Castel Maggiore, è nato l’8 febbraio 2000. Un predestinato nella trafila nelle giovanili con l’occhio lungo di Carnevali, Rossi e Palmieri che hanno resistito alle richieste dalla Serie A e B (all’inizio pure dalla C) per averlo in prestito. Il Sassuolo ha preferito tenerlo.

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La scalata

In giro ci sono pochi attaccanti come questo millennial che Iachini ha portato in prima squadra, convocandolo il 4 aprile 2018 per la trasferta col Chievo nel giorno della tragedia di Astori, e che De Zerbi ha fatto esordire in A il 26 maggio 2019 contro l’Atalanta. La stagione successiva eccolo stabilmente del gruppo e l’11 luglio 2020 titolare all’Olimpico con la Lazio segnando il suo primo gol. Oggi conta 31 presenze e 4 reti. Valore? Non lo dicono al Sassuolo, vogliono solo farlo maturare. I gol hanno fatto riemergere il paragone per tecnica e velocità di esecuzione ad Antonio Di Natale.

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I sogni

De Zerbi ha fatto scrivere il nome di Raspadori accanto a quelli del capitano storico Magnanelli e di Berardi. Il ragazzo ha scaricato le emozioni dormendo con la fascia. «Ho passato una delle settimane più belle del mio percorso», ha confessato sfogandosi anche sui social: «Vivo per questi momenti». Il resto sono i ricordi degli albori quando faceva la spola tra scuola, spostamenti, allenamenti e il ritorno a casa in serata. Senza viverli come sacrifici, ma come il modo per realizzare il sogno. Che domani sera proseguirà a San Siro.

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