Sarri aggiunge il Mago: Luis Alberto titolare a Marassi

ROMA – Un tocco di magìa per lanciare la partenza. Sarri il metodico ci pensa. Per una volta diventerebbe diabolico. Inserire Luis Alberto nel sincronismo perfetto della Lazio è una dolcissima tentazione associata al rischio di inceppare il movimento. Metti una diagonale o una rincorsa in meno e le acque salirebbero come succede a un torrente in piena. Escludere di nuovo il numero 10 spagnolo, però, significherebbe sfidare la sorte e guastare la festa, perché sta dando dei segnali e sta aiutando la Lazio a vincere. E’ successo con il Bologna alla prima giornata, è ricapitato con l’Inter. Quel collo esterno, una carezza trasformata in frustata, è diventata un poster. Una cartolina d’amore per l’Olimpico.

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La classe di Luis Alberto

Il Mago ha incenerito Inzaghi e mandato in estasi Sarri. Il non plus ultra. Aggiungere il colpo decisivo alla meraviglia di una squadra mai così compatta, unita, ordinata dal punto di vista tattico e impermeabile nella fase difensiva. Palla all’incrocio e Inter in ginocchio. «Il gol più bello della mia carriera» lo ha definito Luis Alberto. Qualcuno lo ha paragonato ad Antognoni per il modo di tirare. L’accostamento ci sta per l’eleganza e la potenza del suo destro. Barella ha appena sfiorato il pallone, forse completando il capolavoro. Traiettoria, destinazione, rapidità di esecuzione sul passaggio all’indietro di Pedro. Perla rara.

Show Lazio all'Olimpico: Anderson, Luis Alberto e Pedro stendono l'Inter

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Show Lazio all’Olimpico: Anderson, Luis Alberto e Pedro stendono l’Inter

Hysaj ko

Sarebbe complicato immaginarlo di nuovo in panchina a Marassi. Certezze con Sarri non esistono il giorno prima di una partita, ma da Formello ieri trapelava l’ipotesi del Mago di nuovo titolare. Mau aveva sottolineato il suo ingresso rabbioso con l’Inter, non solo la bellezza del gol. Dopo la fase estiva in cui era distratto dal Siviglia, lo ha rivisto motivato, con la testa giusta, pronto a correre senza palla come impone lo spartito. Negli ultimi venti giorni lo ha stimolato, provocato, preservato. Ora gli tocca premiarlo, altrimenti trascurerebbe le risposte del campo. La grandezza di un allenatore consiste nel buon senso. Mau, prima al Chelsea e poi alla Juve, ha dimostrato di non essere intransigente. Così Luis Alberto ieri era in vantaggio su Basic. Sabato arriverà il Napoli all’Olimpico e le staffette si moltiplicheranno. Vecino dovrebbe dare il cambio in corsa a Milinkovic. Marcos Antonio insidia Cataldi. Ballottaggio aperto. Dietro, invece, dovrebbero essere confermati gli stessi quattro: Lazzari, Patric, Romagnoli e Marusic. Gila o Casale e Radu speravano. Hysaj, infortunato, è rimasto a Roma: trauma contusivo al torace, dovrà ripetere gli esami per scongiurare lesioni e un lungo stop. Pedro, invece, ha recuperato ed è partito per Genova.

I numeri della Lazio

Negli ultimi 22 anni, solo una volta la Lazio dopo 4 giornate aveva totalizzato 10 punti. Ci era riuscito Inzaghi nel 2017/18, stagione chiusa al quinto posto, con sorpasso dell’Inter all’ultima giornata. Sarri, battendo la Samp, lo eguaglierebbe. Partenza lanciata, sognando la Champions. Deve respingere l’assalto della Samp, ancora a digiuno di gol. Giampaolo è l’unico, tra gli allenatori della Serie A in servizio, devoto alla scuola di Mau, il cosiddetto “copro copro”, come lo chiamano a Coverciano. Spazio e pallone riferimenti in fase difensiva. Sistema sofisticato, se non funziona sono guai. Giampaolo a Salerno ne ha presi quattro. Sarri ha appena riequilibrato la Lazio, stasera la verifica con il Mago. 

Lazio, Milinkovic Savic non parte

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