Sanchez e Hakimi, i solisti che non convincono. Ma Conte ha bisogno di loro

Tanti errori, tante prestazioni no per due che potrebbero dare ben altro: dopo la sosta dovranno rispondere all’appello, il tecnico non può più fare a meno di loro

Nel calcio spesso ci sono dei segnali. Dopo ogni partita, verrebbe da dire. Alcuni vengono immediatamente spazzati via, altri invece si protraggono nel tempo. Input regolari che alimentano dubbi, domande e perplessità. In casa Inter i punti interrogativi sono diversi, rafforzati di settimana in settimana dai risultati che continuano a non arrivare. Incognite che riguardano il collettivo ma anche, e soprattutto, le prestazioni di alcuni singoli.

Sospetto

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La trasferta di Bergamo ha confermato quello che ultimamente stava diventando un sospetto sempre più frequente: Alexis Sanchez non fa la differenza. I problemi muscolari (ha già saltato tre partite in questa stagione) continuano a essere un problema e gli impediscono di trovare continuità. E il bilancio fino a questo momento non può che destare qualche perplessità: sette presenze, 251’ in campo e ancora nessun gol segnato. Lautaro Martinez e Lukaku sono stati una costante nella passata stagione anche a causa delle numerose assenze di Sanchez, ai box per quasi tre mesi da ottobre a gennaio. In questo avvio di stagione il Toro è partito con prestazioni altalenanti, prima dei recenti gol contro Real Madrid e Atalanta, e Big Rom ha saltato le ultime partite prima di rientrare nel finale a Bergamo: Alexis non è riuscito a ritagliarsi il suo spazio quando sarebbe stato necessario un suo apporto per colmare il vuoto là davanti. Perfino Perisic, decisamente adattato, ha reso meglio del cileno come attaccante. Da qui la domanda, che sorge quasi spontanea: Sanchez è la terza punta ideale per l’Inter? O addirittura: è la migliore soluzione tra le pedine in rosa? Interrogativi che iniziano a circolare anche intorno ad Hakimi. Questione di segnali ripetuti, anche in questo caso. A partire dal derby, in cui il marocchino se l’è cavata bene nel duello tra cavalli di razza con Theo Hernandez ma in cui a inizio ripresa ha fallito il gol del 2-2. Colpo di testa sbagliato da pochi passi, così come nel match contro il Parma nel finale di primo tempo, sul punteggio di 0-0. Due errori pesanti per gli esiti delle due partite.

Giocata in negativo

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Con il folle retropassaggio contro il Real Madrid, assist perfetto per il suo ex compagno Benzema, Hakimi si è reso protagonista di un’altra giocata in negativo determinante per il risultato finale. La panchina contro l’Atalanta, in un match delicato con tanto di sosta alle porte, suona decisamente come sospetta. Di Hakimi si ricordano, in positivo, l’ingresso contro la Fiorentina, con l’assist per il 3-3 di Lukaku, e le sgroppate con tanto di gol e assist contro il Benevento nel match successivo. Impatto forte, come ci si aspettava. Poi la frenata, una piccola crisi di rigetto da cui il marocchino deve presto uscire. Per l’Inter è troppo importante avere l’ex Borussia Dortmund al meglio, così come un Alexis Sanchez che finalmente si dimostri determinante. Se è vero che il collettivo esalta i singoli, è altrettanto vero che i giocatori di talento devono trascinare la squadra quando le cose non girano per il verso giusto. Dopo la sosta Hakimi e Sanchez devono rispondere all’appello: Conte non può fare a meno di loro.

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