Sebastiano gioca con la Sampdoria, gli altri due con i bianconeri. Gli inizi nel campetto sotto casa e il trasferimento a Brescia con la famiglia
Prima del debutto in Serie A di Sebastiano, delle punizioni di Salvatore e dei primi gol tra i grandi di Francesco Pio, c’era un campetto rovinato nel mezzo del rione Cicerone. Mamma Flavia sgridava i figlioletti dal balcone di casa per costringerli a smettere di giocare. Nella lunga estate a Castellammare, i tre fratelli passavano i pomeriggi a calciare il pallone tra i pali arrugginiti. Correvano senza scarpe, ai piedi i calzini strappati della Juve Stabia. La copertura verde del campo è rovinata, le recinzioni sono bucate e le reti delle porte nessuno le ha mai viste. Eppure quel rettangolo tra i palazzoni gialli, per gli Esposito era come uno stadio. Il Romeo Menti è 400 metri più in là, così vicino da sentire il boato dei tifosi. Prima del 2010ppapà Agostino allena i piccoli della Juve Stabia: i suoi bambini lo seguono fin dentro lo spogliatoio. Portano sempre il pallone, spesso si fermano con gli amichetti a giocare nel parcheggio: tra auto prese a pallonate e sbarre usate come porte. Dopo la scuolaSSeba e Salvatore raggiungono l’ASD Club Napoli: scuola calcio poco distante dal rione. Nel gruppo dei ’99 c’è Gianluigi Donnarumma, una categoria più sotto gioca Salvatore. Ha iniziato anche Sebastiano (classe 2002), 8 anni di talento e sfrontatezza. Francesco Pio (2005) ne ha appena 5, troppo piccolo per stare in campo. Però è sempre lì insieme ai fratelli: palleggia dietro le panchine mentre loro si allenano. E quel pallone non cade mai. Venerdì per la prima volta saranno avversari in Serie B, un derby di famiglia: Seba con la Sampdoria, gli altri due con lo Spezia.