Samp e Spezia, punto che non serve a nulla. E il Verona avvicina la salvezza

La squadra di Semplici rimonta i blucerchiati ma fallisce l’appuntamento con i tre punti: il vantaggio sui veneti ora è solo di una lunghezza

A chi giova questo pareggio? Sicuramente non alla Sampdoria, che prima si illude con il gol di Amione, ma poi si fa raggiungere da Verde e alla fine resta ultima della classe. Ma, in verità, aiuta poco anche lo Spezia, che avrebbe avuto bisogno di una vittoria esterna per rimediare al successo di ieri sera del Verona. Era stato battezzato il derby ligure della disperazione, e così alla fine è stato. Ciascuno con i propri guai e cattivi pensieri. La Samp con una classifica ormai compromessa e un piano salvezza che si allontana giorno dopo giorno, con scadenze vicine da onorare e lo spettro del fallimento e della ripartenza dalle serie inferiori ogni giorno sempre più concreta. Lo Spezia che ha palesato qualche difficoltà nel primo tempo, e quando ha avuto finalmente una reazione non è riuscito ad andare oltre il gol del pari: una gara sporca, dove alla fine alla squadra di Stankovic è mancata la continuità e a quella di Semplici (che fuori casa non vince da metà gennaio) un po’ discontinuo.

Quanti problemi

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La Samp deve rinunciare a Nuytinck in difesa, che si aggiunge alla lunga lista degli indisponibili. Torna Zanoli braccetto di destra, Leris va a fare il trequartista e si piazza alle spalle della coppia Gabbiadini-Lammers. Lo Spezia, che fuori casa ha raccolto in questa stagione solo dieci dei suoi 27 punti, perde in extremis Dragowski fra i pali (problema alla schiena durante il riscaldamento), sostituito da Zoet, ma ritrova Bastoni titolare, Wisniewski fa il centrale con Nikolaou e nel tridente offensivo Gyasi e Maldini supportano Nzola. Un primo tempo giocato a gran ritmo, con Ekdal e poi Augello subito pericolosi, e Léris che si rivela la mossa a sorpresa di Stankovic, perché crea spazi in avanti e i suoi inserimenti fanno saltare le misure della difesa spezzina. Un gran pressing dei blucerchiati che si concretizza al minuto 23 quando sull’angolo battuto da Augello (quinto assist stagionale) salta altissimo Amione (ma che errore Amian), Zoet tocca con la mano destra ma riesce solo a spedire il pallone sul palo e poi in rete. La Samp non molla, Esposito mura Lammers vicinissimo al raddoppio (28’), e poco dopo Maldini si arrende a un problema muscolare alla coscia sinistra, sostituito da Verde. E proprio il nuovo entrato al 34’ crea la migliore occasione per gli ospiti nel primo tempo, ma Ravaglia, il migliore dei suoi, è pronto alla respinta in angolo. Uno Spezia un po’ bloccato e poco fluido nella manovra, anche se al 41’ Bourabia fallisce un’altra favorevole occasione.

Stop forzato

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Una brutta pagina, invece, quella che si consuma dopo 50” dal via della ripresa, con sette minuti di sospensione della gara e una pesante contestazione della gradinata sud, il cuore della tifoseria doriana, con il lancio in campo di una trentina di torce e fumogeni (ma come sono entrati sugli spalti?) e due striscioni (“se non capite il gesto chiedete a questi infami”) che spiegano (secondo i contestatori) il motivo della protesta, con i responsabili della crisi societaria: il patron Ferrero su tutti, ma anche la vecchia proprietà, la Lega Calcio, la Federcalcio e le istituzioni locali. Lo stop di sette minuti rallenta un po’ la Samp, che da lì in poi patisce la spinta dello Spezia. Così al 14’ la squadra di Semplici punisce la Samp e pareggia con Verde di testa su cross di Bastoni, dopo un provvidenziale ma vano intervento difensivo di Gabbiadini. E lì si spostano gli equilibri della gara. Dalla gradinata sud piove un altro fumogeno, lo speaker annuncia che in caso di ulteriori oggetti in campo la gara sarebbe stata definitivamente fermata. Non succede, ma si è rotto l’incantesimo, la Samp fatica, lo Spezia insiste, Esposito su punizione impegna ancora Ravaglia, ma nel maxirecupero – dieci minuti – è Zoet decisivo (47’) su Zanoli. Finisce così, e sono solo rimpianti.

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