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«Salviamo i nostri bambini, riparta subito il calcio di base»

La pandemia ha fermato il calcio di base. Ormai da troppo tempo. La salute al primo posto, certo, ma è impensabile che si continui così, senza trovare soluzioni per fare attività in sicurezza. Antonio Marzio, è uno dei manager di calcio giovanile tra i più noti del panorama nazionale. Alle spalle una carriera da arbitro nella sezione di Brindisi, oggi è il patron di due tornei nel roster delle manifestazioni clou in Italia, a Ostuni per la categoria Under 17-Under 18 e a Pescara per la categoria Under 13-Under 14: richiama sempre i miglior club italiani ed esteri, sono tanti i giovani calciatori passati tra la Puglia e l’Abruzzo e diventati campioni (da Pellè a Cassano, il giovane cheda alcuni mesi è arrivato alla Roma, ma ce ne sono un’infinità), e poi tantissimi dirigenti e tecnici di spessore internazionale premiati con i riconoscimenti legati agli eventi in campo (nella foto è con Mourinho ai tempi dell’Inter), Marzio nello scouting nazionale, attraverso i tornei che organizza, può dire la sua. E sulla lunga sosta da Covid la dice senza mezzi termini. «Il grido di allarme sulla sospensione che si protrae da circa un anno delle giovanili, specialmente per l’attività di base, è doveroso. Le accademie devono poter ritornare a fare calcio. Bisogna ricominciare con le partite. Se non ripartono i campionati che si autorizzino i tornei. Quanto dovranno stare fermi ancora i bambini?». Già, è quella la categoria verso cui si rivolge la preoccupazione di Antonio Marzio: «Guardate che i bambini stanno impazzendo davanti alle televisioni, le cronache cominciano a raccontarci episodi drammatici, insopportabili, che sono il frutto delle ore davanti alla tv e al computer, dell’immobilità perdurante. E’ tutto sbagliato e non si può andare avanti senza affrontare il problema». Non è solo la voce di un addetto ai lavori di calcio giovanile. C’è di più, ecco cosa. «Sono mesi che tutti gli psicologi stanno dando l’allarme su questa situazione. Io vedo la situazione politica incerta che stiamo vivendo, ma voglio auspicare che i vertici della politica e dello sport, del calcio nello specifico, si riuniscano urgentemente per far sì che si ritorni a giocare sui campi di calcio. Per i bambini».
La domanda è anche un’altra e punta sul fatto che l’attività fisica pesi nella formazione di un giovane quanto l’istruzione. «Visto che la scuola è finalmente ripartita – si interroga Antonio Marzio – non capisco perché il calcio non debba fare lo stesso, anche perché registro il fatto che il Ministero della sanità avrebbe anche deciso che fino ai 16 anni non ci sarà vaccino. L’invito è diretto anche al presidente del Settore giovanile e scolastico Vito Tisci, affinché si attivi, ci aiuti, con un indirizzo definitivo. Io giro, sento allenatori, non parlo a sproposito. Aspetto che la situazione si sblocchi e dico a chi decide: fate presto. C’è un aspetto agonistico che ci porterà tra 4-5 anni a pagare questo anno pieno di buco, ne risentirà tutto il movimenti. E c’è l’aspetto più generake, direi fondamentale, dell’attività fisica dei nostri figli, che vale quanto l’istruzione, aiuta a crescere e a sviluppare relazioni sociali. Capisco il momento, ma dura da troppo e non si può fermare tutto così a lungo. Studino soluzioni per ripartire. In sicurezza sì, ma si rigiochi a pallone»