Salisburgo, che maledizione 9 eliminazioni consecutive

Una vera maledizione. Una di quelle che resta attaccata e ti segue ovunque per tanto, troppo tempo. Ieri il Red Bull Salisburgo, impegnato nei preliminari di Champions contro la Dinamo Zagabria, ha subito il gol dell’1-1 all’87’. Una rete pesante, che ha costretto gli austriaci ai supplementari, dove i croati si sono imposti per 2-1. Una storia normale, come ce ne sono tante, penserete. Ma non è così: è la nona volta di fila che il Salisburgo viene eliminato ai preliminari, senza esser ancora mai riuscito a qualificarsi per la fase a gironi. E le eliminazioni hanno pure (quasi) tutte storie particolari, al punto che quella di ieri, arrivata ai supplementari dopo un gol subito all’87’ non è fra le peggiori.

MALEDIZIONE — Da quando, nel 2005, la Red Bull ha comprato il Salisburgo, stravolgendone fra l’altro colori sociali, logo e nome, il club ha avuto un’ascesa immediata, tanto da vincere sette volte il campionato. La partecipazione alla Champions resta però un tabù: se le eliminazione per opera del Valencia (nel 2006) e dello Shakhtar (2007) erano accettabili, lo stesso non si può dire per le sfide con squadre decisamente più abbordabili come Maccabi Haifa (2009), Hapoel Tel Aviv (2010) e, addirittura, Dudelange (2012). Contro i campioni del Lussemburgo il Salisburgo perse l’andata 1-0, restando quindi ampiamente in corsa per la gara di ritorno che venne sì vinta, ma per 4-3, permettendo al Dudelange di passare grazie ai gol in trasferta. Nel 2013 il ko contro il Fenerbahce, che nella stagione precedente era arrivato in semifinale di Europa League (battendo la Lazio ai quarti). Nei due anni successivi la doppia beffa firmata Malmö: nel 2014 il Salisburgo vinse 2-1 l’andata in casa, prima di essere travolto al ritorno per 3-0. L’anno scorso, ancora la sfida agli svedesi: dopo il 2-0 dell’andata sembrava fatta, la maledizione sembrava cancellata, ma era solo un’illusione. Il Malmö al ritorno vinse ancora per 3-0, fra l’altro segnando tutti i gol nel primo tempo. Ieri l’ennesima delusione, l’ennesima eliminazione. Negli ultimi tre anni il Salisburgo ai preliminari ha un bilancio in pareggio (al 90’): due vittorie, due sconfitte, due pareggi ma zero qualificazioni. Se non è una maledizione questa…

Christoph Kramer, 25 anni, mentre legge La Gazzetta dello Sport

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MISTER CHAMPIONS — Se in Austria, nonostante gli investimenti della Red Bull, per il Salisburgo la strada alla Champions sembra sbarrata, c’è chi in Germania è riuscito a qualificarsi alla fase a gironi ben quattro volte da maggio 2015 ad oggi. Si tratta di Christoph Kramer, lo smemorato vincitore dell’ultimo mondiale che, in seguito ad uno scontro con Garay e conseguente trauma cranico, non ha ricordi della finale di Rio. Il centrocampista tedesco nel maggio del 2015 arrivò terzo in campionato col Borussia Moenchengladbach, qualificandosi direttamente per la fase a gironi. In estate passò però al Leverkusen, che, arrivato quarto in Bundesliga, dovette eliminare la Lazio dai preliminari per qualificarsi. Due qualificazioni in tre mesi erano un traguardo curioso, ma quest’anno Kramer si è ripetuto: arrivato terzo in campionato col Bayer nell’ultima Bundesliga, e dunque qualificato di diritto alla Champions, in estate è tornato al Borussia con cui ieri ha eliminato lo Young Boys dai preliminari (risultato complessivo 9-2), arrivando così ad un totale di quattro qualificazioni in Champions conquistate sul campo in appena 15 mesi. E chissà che il Red Bull Salisburgo l’anno prossimo non decida di acquistare mister Champions per sfatare il tabù e cancellare, una volta per tutte, una maledizione che dura da tanto, troppo tempo.

 Elmar Bergonzini 

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