Salernitana, trust presentato da Lotito. Ora la parola ai legali Figc

Nessuna cessione diretta, salta anche il rilancio di Radrizzani. La soluzione passa per una società fiduciaria di una banca

Il trust per gestire la Salernitana c’è, adesso bisognerà vedere se la Federcalcio lo giudicherà “vero”, facendo scattare il semaforo verde per l’iscrizione al campionato di serie A. La svolta arriva all’ora di cena dopo una giornata in cui si alternano sussurri e silenzi, ma la sospirata pec raggiunge il traguardo quasi al suono del gong, a un’ora e mezza della dead line di mezzanotte. Tanto che per tutta la serata si attende l’annunciato comunicato ufficiale del club campano che accredita la versione del pericolo definitivamente scampato. C’è comunque un primo verdetto: la soluzione trust batte l’ipotesi della cessione diretta, nel rush finale tutte le diverse offerte saltano come birilli.

Rilancio a vuoto

—  

Anche nella giornata di ieri si era assistito infatti al nuovo rilancio del gruppo guidato da Andrea Radrizzani, il proprietario del Leeds United: una proposta che sarebbe lievitata fino a 45 milioni di euro. Per qualche ora è sembrato che questa trattativa fosse finita sulla corsia giusta, ma a un certo punto si è raffreddata anche questa possibilità. Proprio mentre emergevano nuovi particolari sulla pista che portava invece al gruppo Bin Zayed negli Emirati Arabi Uniti, un’offerta solo teoricamente di 50 milioni visti i vincoli e le postille nel documento. In ogni caso Lotito ha ritenuto tutte le cifre lontane dal valore reale della società, cavalcando quindi l’idea del trust. D’altronde il comunicato di giovedì pomeriggio della società, che se la prendeva con la pubblicazione sui media delle “presunte” offerte per l’acquisto “al solo fine di destabilizzare l’ambiente per fini secondari e promo-pubblicitari”, dava l’idea che ormai la scelta fosse stata compiuta.

Che cos’è il trust

—  

Ma che cos’è questo trust? Nato in ambito anglosassone, in Italia l’istituto è regolato da una legge approvata nel 1989 ed entrata in vigore nel 1992. In sostanza, è un divorzio pilotato fra un soggetto e una sua proprietà, un modo per impedire conflitti di interesse e per creare il “parcheggio” presso una realtà indipendente in attesa che si concretizzi la finalità indicata nell’atto costitutivo e nel regolamento, nel caso in questione la rappresentanza del club in Lega nel periodo di traghettamento e il vincolo irrevocabile alla vendita della società. Lo strumento non è nuovo per il calcio, visto che anche la Sampdoria è gestita da un trust, ma quella fattispecie è del tutto differente perché non c’è il problema numero uno: la doppia proprietà di due club, Lazio e Salernitana, da parte di Claudio Lotito o comunque dei suoi familiari (il figlio Enrico e il cognato Marco Mezzaroma, a cui fanno capo le due società che hanno controllato la Salernitana in questi anni, la Omnia Service e la Morgenstern). Nelle prossime ore si dovranno capire soprattutto due cose: la verifica sui meccanismi di indipendenza del trust, costituito davanti a un notaio a Roma proprio a poche ore dalla scadenza dell’ultimatum da parte della Federcalcio; l’autonomia dei gestori, dal soggetto centrale, il trustee, e il protector, una sorta di custode del bene in questione. La soluzione trovata da Lotito e Mezzaroma passa per una società fiduciaria di un gruppo bancario e rispetterebbe la durata massima di 6 mesi indicata dalla Federcalcio.

L'”avviso” del Sindaco

—  

L’altra questione è quella che riguarda questa specie di limbo in cui la società vivrà prima che si compia tutta la road map verso la cessione. È chiaro che questa situazione fa pensare a un congelamento più che a una gestione vera e propria. Per esempio, quanto potrà muoversi sul mercato il trust? In mezzo a questa miscela di incertezze e derivate, c’è stato ieri pomeriggio l’intervento del sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli. Una specie di avviso ai naviganti che potrebbe intendersi come un messaggio alla vecchia proprietà, ma anche alla stessa Federcalcio. “La Salernitana deve giocare la serie A conquistata sul campo. È un diritto intangibile quali che siano le ipotesi gestionali portate alla valutazione delle attività sportive”. Il sindaco di Salerno aggiunge poi che “per difendere questo diritto e tutelare la storia granata, la passione dei tifosi, la dignità di Salerno, il comune di Salerno è pronto, oltre a continuare a far sentire la sua ferma voce, anche ad iniziative legali ed istituzionali in ogni sede e con tutti gli strumenti disponibili”.

Altro fronte

—  

Lotito Sicuramente sarà necessario aspettare qualche ora, meglio giorno, per mettere a fuoco meglio le caratteristiche del trust, la strada scelta da Lotito per evitare di cozzare sul muro dell’articolo 16 bis delle Noif, quello che vieta la doppia proprietà nella stessa categoria. Per il presidente della Lazio, peraltro, si profila un inizio d’estate con un altro appuntamento fra codici e giudici. Il 12 luglio, infatti, si discuterà al Collegio di garanzia, il terzo e ultimo grado della giustizia sportiva il suo ricorso contro la condanna a 12 mesi per la vicenda dei tamponi. Le stesse ore in cui presumibilmente il consiglio federale, da cui risulta sospeso proprio per i verdetti di primo e secondo grado, dirà la parola finale sull’ormai famoso trust.

Precedente Salernitana, le prossime tappe per ottenere l'ammissione in Serie A Successivo Italia, che beffa contro la Spagna. Addio ai Mondiali

Lascia un commento