Salernitana, la salvezza più incredibile: viene travolta dall’Udinese, ma resta in A

I campani avevano il destino nelle proprie mani, ma non sono mai stati in partita contro i friulani che non avevano più niente da chiedere. Niente retrocessione, però, perché il Cagliari non sfonda a Venezia

Giuseppe Nigro

22 maggio – Milano

Un’ultima giornata da stropicciarsi gli occhi regala la notte più incredibile alla storia da annali che incornicia la salvezza in Serie A della Salernitana. Conquistata con una rimonta show la possibilità di avere il destino nelle proprie mani, col match point sul proprio piede i granata deragliano affondando con un deprecabile 0-4 casalingo al sapore di infamia contro un’Udinese che non aveva più niente da chiedere. E però finiscono comunque per festeggiare la conferma nel massimo campionato perché il Cagliari, che si presentava all’ultimo turno a -2 dai campani quartultimi, è a sua volta naufragato in Laguna, fermato da un pareggio inutile che lascia i sardi un punto indietro in classifica, terzultimi e dunque retrocessi. Salvando Nicola.

Storico

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Alla terza esperienza in Serie A, per la prima volta a differenza di quanto successo nel 1947-48 e poi nel 1998-99 la Salernitana chiude con la salvezza e mantiene la categoria concretizzando quella che, ultima notte a parte, era stata una rimonta show: 15 punti nelle ultime 7 partite giocate dopo averne fatti 16 nelle prime 30, con un ultimo mese e mezzo di slancio dal quartultimo posto a -9 dal Cagliari (seppur con due partite in meno) fino al sorpasso su sardi, Genoa e Venezia e la permanenza in Serie A con la complicità della concorrenza. Ma la fortuna aiuta gli audaci, e Nicola lo è stato per come ha risuscitato una storia che fino a inizio aprile sembrava avere un esito già ampiamente scritto.

IN SALITA

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Che per la Salernitana rischiasse di essere una serata meno trionfale di quanto sperato si è capito da subito: dopo una prova un paio di minuti di poco oltre l’incrocio, già al 6’ un destro da fuori area di Deulofeu – scatenato e imprendibile con le sue scorribande sul centro-sinistra – è andato a infilare Belec nell’angolino basso. Se poteva sembrare solo l’inizio storto di una serata in cui a bloccare la Salernitana poteva essere la paura di vincere – che Verdi (19’) e Bonazzoli (23’) hanno provato a sfatare da fuori area trovando sempre grandi risposte di Padelli (al 30’ su punizione di Verdi, al 40’ doppio salvataggio ancora su lui e Bonazzoli) – in realtà è stato l’avvio di un piano inclinato che ha mandato la serata granata all’inferno.

GARA CHIUSA

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Così il raddoppio negato a Deulofeu prima della mezzora da un (giusto) fuorigioco su filtrante di Walace ha dovuto attendere solo altri cinque minuti per arrivare davvero dalla testa di Nestorovic, lasciato tutto solo in area da Radovanovic e pescato col mirino dal cross dalla trequarti di Molina. Che diventa 0-3 al 42’ con uno show di Udogie, capace di recuperare palla sulla trequarti, accentrarsi, puntare Gyomber e far partire un gran tiro a giro a gelare l’Arechi già sotto shock.

ALLO SMARTPHONE

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Un paio di segnali di inversione di tendenza sembravano arrivati già sul finale di primo tempo: un palo frutto del salvataggio ancora del Padelli volante su un colpo di testa su corner di Fazio, e poi il rigore parato a Pereyra da Belec che aveva atterrato nettamente ancora Deulofeu. Illusori. Il gol di Pereyra arriverà poi in contropiede a inizio ripresa, scatenando in campo e fuori la furia dell’Arechi, con sospensione della partita per cinque minuti, quasi rissa sul prato, lancio di oggetti e principio di incendio in curva fortunatamente senza gravi conseguenze. Finita di fatto qui la partita, al di là di un palo da una parte e una traversa dall’altra ormai ininfluenti, l’attenzione si è spostata sugli smartphone aggrappati alla speranza di una mancata vittoria del Cagliari. Esaudita, grazie alla resistenza del Venezia già retrocesso a cui la Salernitana deve un pezzo di salvezza. Oltre che al profeta Davide Nicola.

PROPRIETA’ E ALLENATORI

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Con in mezzo il caos del passaggio di proprietà da Claudio Lotito al trust che doveva servire a gestire la transazione fino all’acquisto formalizzato last minute il 31 dicembre da Danilo Iervolino, senza cui il club sarebbe stato escluso dal campionato, sul campo c’è stato bisogno di passare da tre allenatori diversi per trovare la guida giusta: con Fabrizio Castori, l’uomo della promozione dalla B, 6 sconfitte, un pari e un successo nelle prime 8 partite; poi con Stefano Colantuono 10 sconfitte, 3 pari e 2 vittorie in 15 gare; infine la rinascita con Davide Nicola e i suoi 4 successi, 6 pari e 5 sconfitte in 15 gare.

LA RINASCITA

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Così questa salvezza è diventata la storia di una scalata dagli inferi di un’annata che ha conosciuto il primo successo alla settima giornata, e fin lì le sconfitte erano state cinque in sei partite. E ancora quasi al giro di boa i punti erano ancora la miseria di 8 dopo 18 partite di cui 14 perse, comunque a -5 da una quota salvezza rimasta sempre abbastanza bassa, aiutando a tenere viva la fiammella della speranza mentre lentamente si risaliva dall’ultimo, al penultimo fino al terzultimo posto. Segni di vita erano arrivati già coi quattro pari di fila di febbraio, in mezzo a cui c’era stato l’avvicendamento tra Colantuono e Nicola. L’aggancio al Cagliari quartultimo è arrivato un mese fa battendo la Fiorentina, e la settimana dopo il sorpasso col pareggio in casa dell’Atalanta approfittando del crollo verticale dei sardi: 4 punti in 10 giornate già prima di quest’ultimo turno. Che ha chiuso il cerchio con un finale da film.

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