Salernitana, Iervolino esclusivo: "Il Superpremio per la Serie A"

Come va, presidente? 

«Ho un po’ di ansia». 

Come ha trovato i calciatori? 

«Concentrati, coscienti che è una grande opportunità e che dovranno farsi trovare pronti. Il gruppo è coeso e tranquillo, sa che l’impresa sarebbe storica. I ragazzi lo devono a loro stessi, alla città ed a questa tifoseria speciale».

Cosa gli ha detto? 

«Gli ho comunicato anche il premio per l’eventuale salvezza, che non è motivazionale ma solo per gratificare le loro straordinarie prestazioni». 

A quanto ammonta? 

«È un superpremio. Siamo a circa 7 milioni di costo aziendale, ovvero tre milioni e mezzo netti. I calciatori devono sentire che la proprietà punta su di loro ed è disposta a dargli prospettive, a gratificare le loro famiglie e le loro scelte». 

Come sarà ripartito questo eventuale premio? 

«Verrebbe gestito direttamente dai calciatori. La squadra ha delegato la ripartizione a tre persone». 

Cosa sta provando in questa settimana? 

«Una gioia immensa. La Salernitana è la cosa più bella che io abbia fatto nella mia vita. Inizialmente molti mi sconsigliavano, mi dicevano che la squadra sarebbe finita sicuramente in B e che io sarei stato ricordato per questo. Ma a me piacciono le scelte coraggiose. Questa squadra mi somiglia dal primo giorno, ha il mio carattere, ha forza. Perché ci vuole un animo forte per fare delle imprese. Quello che io chiamo sangue vivo, passionale e furibondo». 

I tifosi si preparano tra ansia e scaramanzia. Lei è scaramantico? 

«Sì, lo sono: dai luoghi ai corni. Anche il silenzio invocato dai salernitani mi appartiene. Sono d’accordo: zitt! Tutto può succedere, ma sognavo di arrivare all’ultima giornata così. Dobbiamo fare solo l’ultimo miglio». 

Sabatini ha detto di essere quasi terrorizzato, che se la Salernitana non riuscirà a salvarsi nessuno ricorderà ciò che è successo. 

«Lui è molto scaramantico, vuole scongiurare quello che nessuno di noi vuole pensare che possa accadere. Io, invece, ritengo che questa squadra, comunque vada, sarà ricordata per sempre per l’orgoglio che ha dato a questa città. È già un’impresa, che dimostra che al Sud si possono fare cose eccellenti». 

Come immagina questa partita con l’Udinese? 

«Ad altissima intensità. Non so che squadra manderà in campo Nicola, ma sono certo che attaccherà subito per portare il risultato dalla propria parte». 

Tutti chiedono a tutti il massimo impegno su ogni campo. 

«Guai se non fosse così. Sono uno strenuo difensore della lealtà sportiva. Ci sono investimenti importanti che non possono essere deviati da alcunché. Quindi ben venga che l’Udinese faccia una grande partita a Salerno, come il Venezia col Cagliari». 

Quali pensieri le passano per la mente in questi giorni? 

«Vorrei vivere queste emozioni per tanti anni ancora. Anche in B, eventualmente, avremo lo stesso impegno. Ma la serie A ci è cucita addosso, siamo fatti per questo palcoscenico: la squadra, il management e soprattutto la tifoseria. Ho tanti pensieri perché ho tanti sogni, che vorrei realizzare velocemente». 

Qual è il messaggio più bello ricevuto in queste ore? 

«Un tifoso mi ha scritto: la Salernitana è Iervolino. Poche volte le squadre vengono ricordate per i presidenti».  

Quel rigore non trasformato da Perotti ad Empoli? 

«Mi ha fatto perdere un anno di vita, ma le statistiche dicono che molti rigori si sbagliano perché i portieri sono bravi. Perotti è un grande giocatore. Ci siamo rimasti male, certo, ma non dobbiamo pensarci più. Il destino è nelle nostre mani: nessuno avrebbe mai pensato di arrivare all’ultima partita con due punti di vantaggio sulla terzultima. Chi domenica sarà allo stadio, comunque andrà, ricorderà questa serata per tutta la vita». 

Suo nipote Antonio Pio sarà con lei? 

«Sì, accanto a me in tribuna». 

Quali sono i rischi di questa gara? 

«I ragazzi sono concentrati, non penso che potranno subire la pressione. L’unico rischio è quello dei due centimetri che ti mandano la palla dentro o fuori. Ma siamo in credito con la fortuna, non siamo arrivati fin qui perché siamo stati coccolati». 

Cosa pensa della designazione di Orsato e Mazzoleni? 

«Meglio non poteva esserci. Avremo il massimo della professionalità arbitrale italiana e sono davvero contento».  

I suoi figli, Antonluca e Federica, cosa le dicono? 

«Sono diventati tifosi sfegatati. Mi accarezzano, mi rincuorano e mi dicono: papà, comunque vada, hai fatto un buon lavoro. E questo per me vale tantissimo». 

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