Sabatini: “Roma il top nella mia vita. Dzeko? Deve tornare capitano”

ROMA – Walter Sabatini non si stanca mai di parlare dei suoi cinque anni alla Roma, che gli sono rimasti nel cuore nonostante il rapporto con i giallorossi si sia interrotto, ormai, nel 2016: “Il rapporto con Pallotta è stato un precipizio, ma lo dovrò sempre ringraziare per avermi dato l’opportunità di lavorare per la Roma – dice il direttore dell’area tecnica del Bologna a Teleroma 56 – è stata la cosa più importante della mia vita. Qualsiasi cosa facessi io mi sentivo il direttore sportivo della Roma, è un sentimento che non posso accantonare mai nella mia vita“. Poi il discorso va sulla squadra di Fonseca: “Vedendo giocare la Roma, e lo faccio spesso, vedo che è una squadra che ha le idee chiare, con buonissimi giocatori. Non solo i più rappresentativi, ma anche alcuni ragazzi arrivati, come Villar. E’ stato stupefacente nel suo rendimento, ha una crescita esponenziale, può diventare un play di livello internazionale. Il lavoro dell’allenatore in campo si vede. Non è un calcio votato alla sconfitta. Quando la Roma tiene il campo come lo ha tenuto a Torino il risultato deve essere diverso, è vero che la finalizzazione è stata un po’ pigra. Mkhitaryan al 70% vale tutta la Serie A italiana“.

Sabatini e il caso Dzeko

Sabatini poi difende Dzeko: “Sono di parte perché l’ho preso – dice l’ex direttore sportivo della Roma – vedere trattato Dzeko con un’ironia grossolana. E’ un professionista eccezionale, con una grande educazione. Non ha mai creato problemi e non può crearne. Se c’è stato un diverbio da spogliatoio non ci possono essere conseguenze così importanti. Ricordo che in due anni è stato ceduto quattro volte. E per quattro volte ha deciso di restare alla Roma. E’ il capitano, ha realizzato oltre 100 gol, a che cosa tende questa storia di Dzeko? Perché ci deve essere un’autodistruzione di tutto l’ambiente per una presa di posizione di un allenatore seppur bravo? Gli allenatori a volte prendono queste decisioni per aumentare il loro carisma nello spogliatoio, ma le cose devono finire in fretta e bisogna tornare alla normalità. A meno che Dzeko non sia stato così sleale e cattivo da non poter tornare indietro. Io, che conosco lo spogliatoio e il dopo-gara, so che non può essere successo qualcosa di così grave da levare un giocatore così forte. Questa faccenda va risolta in maniera definitiva e gli va ridata la fascia. Non si degrada un capitano, a meno che non si commetta un omicidio”. 

Il rimpianto Mkhitaryan

Poi Sabatini fa una rivelazione di mercato, legata al suo rimpianto più grande da dirigente della Roma: “Mkhitaryan. Un giorno Raiola è venuto a trovarmi in albergo al Visconti Palace. Mi ha detto “tu conosci un certo Mkhitaryan?” e io gli ho detto “lascia stare, certo che lo conosco, portamelo immediatamente a Roma“. Lui però l’ha preso come procuratore e l’ha portato al Borussia Dortmund. Avevo preso anche Cuadrado, ma non ci torno sopra. Dovrei denunciare una cosa e non lo farò mai“. Un’altra rivelazione arriva su Ricky Massara, ora direttore sportivo del Milan, e per tanto tempo al fianco di Sabatini ai tempi della Roma: “E’ stato un grave errore mandarlo via dalla Roma. Io so che non è stato confermato perché, quando si è fatta una sparatoria senza riserve sulla figura di Monchi, lui ha tentato di difenderlo. Certo, Monchi ha fatto degli errori, ma ha portato anche Zaniolo alla Roma, in un’operazione remunerativo. Ricky in quei frangenti si è schierato con Monchi e per lui è stato letale. Zaniolo l’aveva visto Massara, che lavorava con Monchi. Massara mi dà la stessa soddisfazione di Salah, si è affermato al Liverpool, come Alisson. Massara è il Salah dei dirigenti. Spero che vinca

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