Sabatini: “Io a pezzi, voglio tornare. Radja si beveva 7-8 shottini, Paredes mi fa arrabbiare. E Leao…”

Intervenuto sul canale Twitch della Gazzetta, il d.s. ha parlato di tutto: “Senza lavoro mi sento a brandelli, è una questione esistenziale”

Salvatore Malfitano @malfitoto

3 marzo – Milano

“Ho una voglia nevrastenica di tornare, senza calcio sono un uomo dimezzato, perdo l’identità e non so a cosa pensare. La paura delle partite, la tensione, gli allenamenti… Ora mi sento ridotto a brandelli. Non è una mera questione professionale, ma esistenziale. Sono a pezzi senza lavoro”. In queste frasi c’è tutta l’essenza di Walter Sabatini, un dirigente dominato dalla passione. Ospite della Gazzetta su Twitch, ha ripercorso tanti momenti della sua carriera e ha commentato l’attualità.

Radja e gli shottini

—  

“Non capisco come la Roma possa fare sold out – ha proseguito – sono cose che dovrebbero accadere quando una squadra fa spettacolo, invece avvengono solo perché la gente si fida di Mourinho. Sono affezionato a tutti i giocatori che ho portato in giallorosso, quello che più mi ha fatto arrabbiare è Nainggolan a cui voglio bene come un figlio, ma è un delinquente, è uno che se gli metti davanti 7-8 shottini se li beve tutti. Per lui la vita è un gioco, ma ha dei buoni sentimenti. È un esibizionista, avrebbero dovuto aiutarlo di più i suoi compagni, non dovevano assecondarlo ma marcarlo stretto. Lui ha avuto sempre tutto quello che ha voluto, in campo è un giocatore di primissimo piano. Quello che gli ho visto fare a Roma non l’ho visto in altri giocatori”. Ce n’è anche per Paredes: “Mi sta deludendo, ogni volta che lo vedo in campo mi viene un attacco di rabbia, sta avendo un’indolenza insopportabile. Ma è un buon giocatore, sa verticalizzare come nessuno in Europa. La versione attuale sembra che prenda i tranquillanti”.

Italiane in Champions

—  

Le squadre di Serie A impegnate in Champions League non sono lontane dai quarti di finale. “Sarebbe un motivo di grande rivincita per tutto il movimento, non capisco perché siamo sempre vituperati. Il nostro calcio è raffinato, importante. Il Napoli fa paura: bisogna esser bendati per non vedere che gioca per distacco il calcio più evoluto ed europeo tra le formazioni che giocano gli ottavi. Di Kvaratskhelia mi ha sorpreso l’impatto straordinario che ha in ogni partita, non va sulle montagne russe: gli dai la palla e intraprende con coraggio, sfacciataggine e direi anche con arroganza. Giocatore superlativo, il Napoli ha fatto un’operazione straordinaria con lui. Anche Osimhen naturalmente rientra in questo discorso, ma già si conosceva di più. Invece il georgiano è spuntato dal nulla, sono stati bravi. Operazione alla Sabatini? Sì. Non sono un uomo invidioso, non è un sentimento che mi appartiene, ma nel caso di Kvaratskhelia un po’ sì, avrei voluto prenderlo io. Sono geloso nel mio mestiere, quando succedono queste cose sto un po’ male. Sono felice per il Napoli e per Spalletti che è un amico, ma professionalmente non averlo preso – e nemmeno potevo perché ero senza squadra – mi è molto dispiaciuto”.

Elogi a Spalletti

—  

Tanti i complimenti rivolti all’allenatore del Napoli. “Spalletti è il migliore in assoluto, non ci sono discussioni da fare. Non guardo solo la sua conduzione, guardate come gioca il Napoli: un calcio armonico, bello, ampio, profondo. È davvero difficile trovare una squadra che esprima una qualità fatta di geometrie e sincronie, la mano dell’allenatore si vede in un modo sfacciato e riscontrabile in qualsiasi momento” ha continuato. Poi, incalzato sul fatto che soltanto adesso stia per vincere lo scudetto, si è espresso così: “È stato sempre molto competitivo con la Roma, è stato immediatamente competitivo con l’Inter che preveniva da una serie di piazzamenti insopportabili, poi è arrivato e siamo andati in Champions: Luciano un risultato a casa lo porta sempre. Un tecnico non è bravo solo se vince lo scudetto, ma se fa un percorso virtuoso e da questo punto di vista non è attaccabile. Sul carattere se ne può parlare, ma neanche troppo: è diretto, determinato. L’amicizia mi condiziona ma non mi viene in mente nessuna osservazione negativa”.

Milan e Inter

—  

“Pensavo che l’Inter facesse meglio – ha detto a proposito dei nerazzurri – ma non penso che il problema sia nel rapporto tra Inzaghi e i calciatori. Simone è un giovane, magari è portato ad una confidenza giuliva con loro, ma non vuol dire rinunciare all’autorevolezza. Alla Lazio ha allento grandi giocatori di spessore e personalità. Il problema è da ricercare nella discontinuità, i Mondiali hanno restituito calciatori non ancora pronti per tornare a giocare in campionato. Salvo il Napoli tutte hanno avuto questo tipo di difficoltà”. Le osservazioni sul Milan sono partite dallo status di Rafael Leao: “Può diventare un campione, ne ha tutte le stimmate. Forse gli manca un po’ di determinazione, quello che invece ha Kvaratskhelia: punta le difese per andare a rompere la porta, non per esibizionismo. Ma ha tutte le caratteristiche per diventare un grandissimo. Deve essere coccolato, circondato d’affetto, perché il talento si esprime meglio in queste condizioni. Al Milan non gli mancherà mai tutto questo, Maldini e Massara sanno perfettamente qual è l’impegno emotivo da mettere. Ricky è un mio ex allievo, non gli vado a dire cosa deve fare. Per esempio, Sernicola ha le qualità per giocare in rossonero ma qui lo dico e qui lo nego, non vado a ficcare il naso nelle loro questioni. Massara è stato con me tanti anni, alla Roma, al Palermo, alla Lazio anche se giocava ancora. A Palermo facemmo stagioni fantastiche”.

L’addio alla Salernitana

—  

Sabatini ha raccontato la separazione dalla sua ultima squadra, la Salernitana, dove ha contribuito in modo decisivo alla salvezza a stagione in corso. “Ci siamo scontrati su una cosa evitabile, è stato un errore mio e non di Iervolino. Ho rammarico, perché non sono mai stato così tanto amato come a Salerno ed è un amore che ho restituito. Sento davvero questo sentimento per la città e per quelle persone, che ancora oggi mi scrivono messaggi di tutti i tipi. È veramente molto importante per me, mi tiene attaccato alla realtà: il calcio di oggi ti isola, i salernitani mi inchiodano al mio personaggio e sono grato per questo. Dormivo pochissimo, il pensiero della retrocessione mi angosciava in un modo difficile da raccontare. Non lo auguro a nessuno. Poi è venuto fuori il mantra del 7% che ha stabilizzato l’umore di tutta la piazza, è diventato di un popolo intero. Io sono un pazzo furioso, se ricordo la mia vita penso di essere l’unico professionista anche per il futuro che in grado di rifiutare sia l’Inter che la Roma in otto mesi. C’è un deficiente più deficiente di me nel mondo? Penso di no. Il calcio è imperscrutabile, è pirandelliano: succede tutto e il contrario di tutto alla stessa maniera” ha concluso.

Precedente Latitante in charter per Kvaratskhelia: arrestato a Napoli Successivo Scappa dalla Georgia per vedere Kvaratskhelia: arrestato latitante