Rui Patricio: la Roma e il segreto della maglia numero 11

Rui Patricio vuole lasciare il Wolverhampton. Seguito dall’agente Jorge Mendes, il portiere ha posto sul tavolo tre problemi durante i colloqui avuti con l’amministratore delegato Matt Wild: ha il contratto in scadenza nel 2022 e ha deciso di non rinnovarlo, è dispiaciuto per il divorzio tra il club e il tecnico Nuno Espirito Santo (in corsa per sostituire Ancelotti nell’Everton) e dopo tre stagioni in Inghilterra ha l’ambizione di scoprire un altro campionato. Rui Patricio aspetta la Roma, l’opportunità di lavorare con Mourinho sarebbe un altro premio a una carriera di prima fascia: sette coppe con lo Sporting Lisbona e due trionfi con il Portogallo all’Europeo del 2016 e nella Nations League del 2019.

Rui Patricio aspetta la Roma di Mourinho

Si sta allenando con la nazionale di Fernando Santos, ha chiesto a Mendes di chiarire il suo futuro. Nutre rispetto per il Wolverhampton, ma non ha intenzione di fare retromarcia. E la Roma rappresenta la soluzione preferita dal portiere, che nel 2018 arrivò alla separazione con lo Sporting Lisbona. Un ricordo doloroso, uno strappo causato dalle forti tensioni che si registravano intorno alla squadra: alcuni giocatori, a fine stagione, furono aggrediti da un gruppo di ultras nel parcheggio del centro sportivo, dopo una sconfitta che aveva pregiudicato la qualificazione dello Sporting in Champions. Un grave fatto di cronaca che spinse diversi calciatori ad avviare una battaglia legale per chiedere la rescissione del contratto. Rui Patricio trovò subito l’accordo con il Wolverhampton, costretto poi a riconoscere al club portoghese un indennizzo di diciotto milioni. Una fuga che coinvolse anche altri big come William Carvalho e Gelson Martins.

Mourinho vuole un portiere esperto e con personalità

Mourinho ha chiesto alla Roma di sciogliere presto il nodo relativo al nuovo di portiere. Rui Patricio ha la storia giusta per garantire un salto di qualità ai giallorossi. Guida la difesa, trasmette sicurezza ai compagni, è stato fondamentale nella scalata del Portogallo e nella crescita del Wolverhampton, che Rui Patricio ha contribuito a riportare in Premier nel 2019 e in Europa League nella stagione successiva. Esperienza, personalità, senso della posizione, scelta dei tempi nelle uscite. Ha grande intuito nel parare i rigori, studia gli avversari al computer. E nel 2009 riuscì a segnare un gol al Twente in un preliminare di Champions.

Rui Patricio, ecco perchè indossa la maglia numero 11

Nel Wolverhampton indossa la maglia numero 11: ha rinunciato al tradizionale 1 come forma di rispetto nei confronti del portiere Carl Ikeme, costretto a ritirarsi a causa della leucemia. Una scelta molto apprezzata dai tifosi al Molineux Stadium. Costa intorno ai dieci milioni, nei ragionamenti del club inglese, che è gestito da un gruppo cinese – “Fosun International” (settore assicurativo e finanziario) – e rischia di perderlo a parametro zero tra dodici mesi. È alto un metro e 90, è nato a Marrazes, periferia di Leiria, il 15 febbraio del 1988. A tredici anni è entrato nel settore giovanile dello Sporting, l’unica squadra della sua vita assieme al Wolverhampton. Ha collezionato anche una medaglia di bronzo all’Europeo del 2012, disputato in Polonia e Ucraina. Ha due figli, è stato sposato con Joana Pereira e ora è legato a Vera Ribeiro, psicologa. Novantadue le partite in nazionale: nessun portiere come lui, ha tolto il record a Vitor Baia.

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