Rubin Kazan, via i numeri di maglia? Li disegnano

Storie di Conference League, dove accade tutto e il contrario di tutto all’alba della “cuginetta” dell’Europa League. Del resto, sfide improbabili possono generare imprevisti originali. Protagonisti della vicenda, il Rubin…

Storie di Conference League, dove accade tutto e il contrario di tutto all’alba della “cuginetta” dell’Europa League. Del resto, sfide improbabili possono generare imprevisti originali. Protagonisti della vicenda, il Rubin Kazan club impegnato nel turno di qualificazione contro il Rakow, squadra polacca. La squadra russa tornava a giocare in Europa dopo un periodo di assenza piuttosto lungo. A essere precisi, come riporta il profilo Twitter della società, il Rubin si ripresentava in una competizione internazionale dopo 5 anni, 7 mesi e 26 giorni.

INDIMENTICABILE – Evidentemente l’emozione di tornare a calcare il palcoscenico europeo ha tirato un brutto scherzo al Rubin. Il rientro in campo internazionale non è passato inosservato. Impossibile che lo fosse, considerando che la sfida sul campo dei polacchi, conclusasi sullo 0-0, ha lasciato in eredità un evento più unico che raro. I numeri della squadra russa erano scritti… a mano.

DIFETTO – Sarà stato il caldo, o più probabilmente un errore di chi aveva il compito di preparare le maglie. L’unica certezza è che i numeri sulle maglie del Rubin non restavano, in nessun modo, dove dovevano. Ovvero, incollati alla maglia. E dunque, nel tentativo di portare comunque a termine la partita, si è optato per un metodo sicuramente poco ortodosso ma indubbiamente efficace. Pennarelli alla mano, lo staff si è preoccupato di disegnare sul retro di ogni maglia il numero corrispondente alla distinta consegnata all’arbitro. Originale ma anche unico modo possibile per ovviare all’inconveniente e portare a casa lo 0-0. Risultato non esaltante ma tutto sommato positivo, specialmente in relazione al non eccelso ritorno d’immagine per quanto accaduto sul campo.

IRONIA – Nella diretta testuale della sfida, attraverso il profilo ufficiale, il Rubin Kazan ha comunque gestito con indubbia ironia l’originale imprevisto autocelebrandosi per aver portato in panchina un pennarello a inchiostro, divenuto da accessorio per gli appunti tecnici a elemento indispensabile per la partita.

“Nel caso ve lo stiate chiedendo, è ancora possibile acquistare un kit senza nome o numero! E si può scegliere da soli cosa scriverci”

Uno strumento importante, meglio essere sempre sicuri di portarlo in occasione delle partite di calcio

“C’è una leggera discussione in corso su cosa è permesso e cosa no”.

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