Ronaldo e il dramma della depressione: "Ho dovuto chiedere aiuto"

Ronaldo il Fenomeno a 360 gradi. Nel documentario di Dazn ‘Il Fenomeno: ascesa, caduta a redenzione di Ronaldo’ e nell’intervista concessa a Marca proprio in occasione della presentazione della serie televisiva. Nel documentario ci sono testimonianze mai ascoltate prima, come quella di Paolo Maldini: “Gli unici due giocatori che mi hanno fatto dire ‘attenzione, attenzione’ sono stati Ronaldo e Maradona”.

Ronaldo: “In Brasile si cresce sognando il Mondiale”

Si parte parlando dei Mondiali: “Come definirei la Coppa del mondo? E’ molto difficile, il calcio stesso è qualcosa con cui non riesco a tradurre ciò che sento. Il Mondiale è il cuore della storia del calcio. In Brasile si cresce e vi viva sognandolo fin da piccoli. Fin da bambino, uscivo a dipingere le strade, giocavamo a calcio chiamandoci con i nomi dei calciatori della nazionale”. Aggiunge il Fenomeno: “Per i brasiliani il Mondiale è molto importante. Viviamo con tante difficoltà e, quando arriva la Coppa del mondo, il Paese si unisce e si gode questo momento. Quando vinci un Mondiale, è un momento unico, tutti i brasiliani sono felici. E questo è molto raro in un Paese così grande, eppure tutti sono uniti. Per me è una cosa meravigliosa”.

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Ronaldo: “I miei Mondiali”

Nel 2002 Ronaldo ha vinto il Mondiale da protagonista, con una doppietta in finale alla Germania: “E’ stato l’apice della mia carriera. Non solo per il trionfo sportivo, ma per aver superato ciò che mi era successo, gli infortuni, il dramma del 1998 in cui persi la finale per un attacco epilettico. Sportivamente è stato bellissimo, un successo totale, una squadra che giocava con sincronismi, come se giocassimo insieme da anni e non come quelli che si erano qualificati tra mille difficoltà”.

Si torna al 1998, alla finale di Parigi con la Francia, con Ronaldo dimesso dall’ospedale poche ore prima dopo le convulsioni avute mentre faceva un pisolino nella stanza con Roberto Carlos: “Io ho giocato al 100 per cento delle mie possibilità. Quel giorno la Francia era superiore e devi accettarlo, imparare dagli errori, andare avanti cercando di migliorare”.

Ronaldo faceva parte anche della spedizione verdeoro che si aggiudicò il Mondiale 1994 in Usa, battendo in finale l’Italia ai rigori: “Lo sento mio perché un Mondiale lo vincono tutti, ci sono tante persone che non giocano e comunque sono campioni. Questo Mondiale, per me, è stata come un’università, dove ho potuto imparare dai campioni cosa fosse veramente questo torneo e come comportarmi. La Coppa del mondo del 1994 è stata spettacolare, un apprendistato per me”.

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Ronaldo: “Non cambierei un Mondiale per la Champions”

Niente baratto tra Mondiali e Champions: “No, non cambierei nessuna Coppa del mondo per una Champions. La prima è di un intero paese. Dubito che anche gli spagnoli farebbero a cambio con i Mondiali del 2010. Poi il paragone non è giusto: una è una competizione tra nazioni e una tra club. Sono ugualmente belle. Non cambierei niente della mia carriera. È vero che è un peccato non aver vinto la Champions, ma sono felice e orgoglioso di tutto quello che ho ottenuto. Non credo sia possibile ottenere tutto, anche se ci sono esempi di persone che hanno vinto molto più di me, ma non tutto”.

Ronaldo: “Zidane il primo a venire in ospedale dopo il mio infortunio”

Rapporti con colleghi. Uno è Zidane: “Ha un ruolo molto speciale nella mia carriera. Ho sempre avuto una stima incredibile per lui, da quando ci siamo incontrati per la prima volta: lui alla Juve e io all’Inter. Lì abbiamo iniziato un rapporto di rispetto reciproco molto nello. Non avevo alcun rapporto personale con lui quando mi infortunai la seconda volta ed è stata una bella sorpresa quando è venuto a trovarmi in ospedale; è stata la prima persona dopo la mia famiglia. Mi disse: ‘Coraggio, guarisci presto, il calcio ha bisogno di te’. Per me è stata una gioia enorme averlo lì in un momento così difficile”.

Ronaldo "il Fenomeno", il trailer del documentario

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Ronaldo: “Oggi faccio terapia, quando giocavo non badavano alla nostra salute mentale”

Ronaldo confessa: “Oggi faccio terapia psicologica, da due anni e mezzo. E capisco molto meglio anche cosa avevo provato prima. Vengo da una generazione in cui sei stato gettato nella sabbia e dovevi fare del tuo meglio, senza la minima possibilità di fare drammi. Guardo indietro e vedo che siamo stati esposti a uno stress mentale molto, molto grande e senza alcuna preparazione per tutto questo. Anche perché era l’inizio dell’era di internet, con la velocità con cui viaggiano le informazioni. Era un periodo in cui non c’era alcuna preoccupazione per la salute mentale dei giocatori. Oggi sono molto più preparati, ricevono le cure mediche necessarie anche per affrontare la giornata e i calciatori vengono studiati di più: come reagiscono, come dovrebbero reagire. Ai miei tempi non c’era niente di tutto ciò”.

E ancora: “La realtà è che non sapevamo nemmeno che esistesse questo tipo di problema. È stato assolutamente ignorato dalla nostra generazione. Molti, ovviamente, hanno attraversato momenti terribili, anche di depressione, per mancanza di privacy e di libertà. E’ vero che i problemi erano molto evidenti, ma le soluzioni non erano subito disponibili”.

Ronaldo: “Favorite in Qatar? Brasile, Argentina, Spagna, Francia e Germania”

Ronaldo non fa un podio per il Qatar, ma cita le 5 favorite: “Il Brasile sarà sempre il favorito, ovunque. Con il talento che abbiamo dobbiamo essere protagonisti. È vero che gli europei hanno giocato un ottimo calcio, molto dinamico, attraente e aggressivo. Ci sarà la classica e storica competizione tra europei e sudamericani. Il Brasile e l’Argentina rappresentano molto bene il nostro continente, ma gli europei vincono i Mondiali dal 2006. Sarà bello. Francia, Germania, Spagna, Brasile e Argentina, ma non in quest’ordine, sono le favorite. Le metto tutte allo stesso livello per la vittoria finale”.

Che Brasile sarà: Vinicius fa molto bene a Neymar per togliergli un po’ di responsabilità. Sulla sinistra è un tormento per qualsiasi difesa, così come Neymar lo sarà per tutti i difensori grazie alla libertà di andare dove vuole. Raphinha sta giocando magnificamente con il Barcellona e avrà anche lui un ruolo da protagonista in nazionale: affronta, dà profondità e segna grazie a un gran tiro. Abbiamo il talento per vincere il Mondiale, ma dipende da quanto si impegneranno nel mese dei Mondiali”.

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