Romero e la Lazio: ultimo vertice prima della firma

È il futuro della Lazio, il piano non è cambiato. L’appuntamento con gli agenti di Luka Romero è per la prossima settimana, ma i contatti sono continui. Il club è pronto a rinnovare il suo contratto, vuole blindare il gioiellino argentino, parte integrante di un progetto a medio-lungo termine che la società ha in mente per la sua ascesa. Non è un mistero che il presidente Lotito si sia mosso in prima persona per concludere positivamente un tira e molla che stava rischiando di diventare pericoloso, così si è raggiunto un accordo verbale già da prima della sosta per i Mondiali. Un patto tra gentiluomini che si concretizzerà non appena ci sarà l’occasione, con il 18enne nato in Messico che firmerà il contratto attraverso il quale allungherà il suo rapporto con la Lazio fino al 2026 (con possibile opzione fino al 2027). 

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Consapevolezza

Lo vuole anche lui, si è convinto nel finale di 2022, quando ha toccato con mano i progressi raggiunti dopo un anno sotto la guida di Maurizio Sarri. Più che un allenatore, un insegnante di calcio, che lo ha preso sotto la sua ala protettiva, proteggendolo da paragoni ingombranti e quelle aspettative altissime del predestinato con le quali si è presentato al centro sportivo di Formello nell’estate del 2021. Al tecnico gli è piaciuto sin dal primo istante, lo ha descritto come il miglior giocatore di quell’età mai allenato in carriera. E poi ha iniziato a lavorare su di lui, plasmandolo seduta dopo seduta, fino a vederlo sbocciare lo scorso novembre, quando lo ha cominciato a far giocare con maggiore continuità. È a quel punto che Luka ha capito, si è reso conto del motivo per il quale era stato necessario pazientare e mandare giù qualche boccone amaro, quei pensieri che gli erano cominciati a passare per la testa pur di trovare una soluzione alternativa che gli permettesse di giocare con più continuità. 

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Fiducia

Tra novembre e dicembre, però, ha raccolto i frutti del lavoro, si è visto considerato realmente come un’alternativa su cui contare e non come il ragazzino da mandare in campo nei minuti finali per creare scompiglio. Una fiducia diversa, una prospettiva differente di vedere il suo ruolo all’interno del gruppo. E questa maggiore responsabilità Romero l’ha colta al volo, segnando un gol al Monza nei suoi primi 45 minuti senza interruzioni giocati in Serie A e venendo impiegato da titolare in un match da sogno come quello contro la Juventus all’Allianz Stadium. Se si aggiungono anche i suoi ingressi in campo negli spezzoni finali con Roma e Lecce, fanno quattro presenze consecutive in campionato. Nel deludente pareggio con l’Empoli non è entrato, ma ormai ha capito che le esclusioni fanno parte del gioco e di questo processo studiato appositamente per lui dallo staff tecnico. Si sta tenendo pronto per i prossimi incontri, per dare una mano alla Lazio e al tempo stesso proseguire la sua crescita.

Futuro

Un percorso per il quale non sarebbe nemmeno partito di fronte a un’eventuale chiamata di Mascherano per il Sudamericano Sub20 che si terrà in Colombia tra meno di due settimane. Farà solo il tifo per i suoi connazionali, sperando che arrivino almeno in semifinale, anche perché significherebbe in automatico qualificazione ai Mondiali che invece si giocheranno in Indonesia tra maggio e giugno 2023. Lì, nel caso, ci sarà. E risponderà alla chiamata da giocatore biancoceleste. Perché lui, Luka Romero, è il futuro della Lazio

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