Roma, risse e cartellini: ecco come sono saltati i nervi

ROMA – Sconfitte, espulsioni, proteste: alla Roma in questi ultimi mesi sono saltati i nervi. Non solo in campo, dove sono arrivati tre cartellini rossi nel giro di due partite, ma soprattutto in panchina e negli spogliatoi dove Mourinho, staff e giocatori non si sono risparmiati squalifiche e liti con arbitri e avversari. La Roma non è serena, questo ormai è chiaro, e tutti gli sforzi fatti per dimenticare le sfuriate della scorsa stagione sono stati cancellati dagli ultimi comportamenti che hanno avuto una risonanza mediatica più grande dei deludenti ko della squadra giallorossa, reduce da tre sconfitte nelle ultime quattro gare di campionato. Le ultime due senza Mourinho in campo, anche lui squalificato dopo la vicenda con il quarto uomo Serra nella quale (fin qui) è stato principalmente lui a pagare con le due giornate di squalifica che lo hanno costretto a saltare le sfide contro Sassuolo e Lazio. Guarda caso, partite nelle quali sono arrivate due sconfitte pesanti e cinque espulsioni tra giocatori e staff tecnico. E di certo non è una coincidenza che gli unici risultati positivi di questo ultimo periodo siano arrivati contro Juventus (squalifica sospesa) e nella doppia sfida contro la Real Sociedad, con Mou in panchina.

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Liti e provocazioni

La lite nella zona spogliatoi dell’Olimpico con i laziali è solo l’ultimo episodio di una lunga serie che coinvolge lo staff del tecnico portoghese e i giocatori. Insulti, comportamenti esuberanti, urla: anche nel post derby la rabbia per il ko si è tramutata in frustrazione e nervosismo legati agli sfottò e alle provocazioni di alcuni avversari (non solo di Luis Alberto e Romagnoli, ma anche dell’ex romanista Luca Pellegrini), e alcune scelte arbitrali considerate sbagliate nel corso del match. Domenica sono stati espulsi Ibañez, Nuno Santos e poi Cristante per la rissa finale in campo con Marusic. E oggi si pronuncerà il Giudice sportivo che potrebbe dire la sua sul caos che si è scatenato nella pancia dell’Olimpico, con il possibile coinvolgimento della procura federale.

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I numeri

La Roma in panchina è sempre troppo nervosa. Mourinho è stato espulso tre volte e ha saltato cinque partite stagionali, il suo vice Foti invece ha preso due rossi e anche lui ha saltato cinque gare (è stato espulso un mese per insulti all’arbitro in campo e nello spogliatoio dopo la gara di coppa contro la Cremonese), il preparatore Rapetti ha saltato tre partite per due rossi, stesso numero di espulsioni del match analyst Cerra che è rimasto fuori per altrettanti turni. Undici rossi e sette ammonizioni totali per Mou e il suo staff dall’inizio della stagione: numeri che confermano un’eccessiva tensione in panchina verso avversari e arbitri.

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I dubbi dell’Aia

Su questo ultimo fronte non c’è un vero e proprio allarme, diciamo piuttosto un’attenzione particolare. Nelle segrete stanze dell’Aia cominciano a chiedersi cosa stia succedendo alla Roma, indubbiamente scottata dal caso Serra (ancora fermo, dovrebbero essere tre i turni di riflessione), ma che – fanno notare – non ha mai avuto grossi casi contrari (forse la mancata espulsione di Verre contro la Samp, ma a partita già chiusa). In realtà, circola voce che sia l’unico club con il quale la classe arbitrale non riesce ad avere un confronto, cosa che – da quando Riccardo Pinzani ha preso in mano l’ufficio relazioni con i club – capita praticamente con tutte le altre trentanove società di serie A e B. Eppure alla Roma hanno l’ex arbitro Calvarese come consulente di Mourinho, Vito Scala addetto agli arbitri, Walter Crea, che ha svolto il corso per addetto all’arbitro istituito dalla Figc ad aprile 2022, il tutto con l’occhio lungo di Maurizio Lombardo, Chief Football Operating Officer. Certi rapporti tesi, si sussurra all’Aia, non fanno il bene di nessuno, né da una parte, né dall’altra. Servirebbe un passo di distensione, l’Aia è pronta a fare il proprio.

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Emergenza

Il nervosismo si è trasferito in campo con due espulsioni che hanno compromesso le ultime due partite. Prima quella di Kumbulla contro il Sassuolo nei minuti finali del primo tempo, poi quella di Ibañez nel derby dopo appena 32’ per la doppia ammonizione. A dieci minuti dalla fine poi l’ammonizione pesante di Mancini (diffidato) e al termine della gara il rosso a Cristante. E pensare che prima di questo periodo nero l’unico giocatore espulso era Zaniolo, lo scorso 6 ottobre nella sfida di Europa League contro il Betis. Questo grazie al contributo di Calvarese che ha aiutato i calciatori a rapportarsi meglio con gli arbitri e a evitare falli ingenui o legati ad atteggiamenti irruenti. Un lavoro in parte vanificato nell’ultimo mese. Così la Roma con i cartellini si è compromessa le ultime due partite giocate, ma anche quella che giocherà dopo la sosta. Contro la Sampdoria infatti la difesa sarà totalmente da inventare, con Llorente e Smalling unici due centrali a disposizione del tecnico che dovrà optare o per la difesa a quattro o per l’inserimento di Karsdorp nel terzetto del reparto. Tanti dubbi, una sola speranza: tornerà Mou in panchina, e le espulsioni – almeno quelle in campo – saranno un ricordo.

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