ROMA – Solo cinque presenze per un totale di 325 minuti giocati: non c’è mai stato così poco Pellegrini negli inizi della Roma. Neppure quando, giovanissimo, tornò dal biennio al Sassuolo senza il posto da titolare garantito. Basterebbe questo elemento per spiegare uno dei problemi di Mourinho, che mai ha potuto schierare la squadra immaginata durante l’estate con Tiago Pinto. Il lato positivo della questione è che da domenica Lorenzo Pellegrini torna a giocare. Subito, titolare. Si è preparato con cura dopo l’infortunio capitato nei 13 minuti contro il Servette, lo scorso 5 ottobre. Avrebbe potuto recuperare anche per il derby, che infatti ha osservato per intero dalla panchina. Ma di concerto con lo staff medico si è deciso di intraprendere un percorso di reinserimento graduale, per abbassare il rischio di ulteriori problemi al muscolo flessore della coscia destra. In realtà la lesione stavolta ha colpito un punto leggermente diverso dal solito, a causa di una torsione innaturale della gamba dopo il contrasto con un avversario. Ma la sua «storia clinica», per usare un’espressione familiare a Mourinho, impone lo stesso una gestione accorta delle fibre. D’ora in poi Pellegrini dovrà rispettare di più i segnali del corpo, evitando di giocare sul dolore. Questo gli è stato consigliato, questo farà. Sarà anche il modo di essere più utile alla squadra, che ha sentito molto la sua mancanza.
Roma, Pellegrini vede l’Udinese
Da capitano finora si è potuto godere pochissimo Lukaku, il centravanti che serviva per migliorare l’efficacia realizzativa. Il destino ha voluto che quando è entrato in scena il finalizzatore, autore di 9 gol tra campionato ed Europa League, sia venuta meno la qualità del gioco, con gli infortuni di Pellegrini e Dybala nel giro di cinque giorni. Con una sosta utilizzata per allenarsi, Lorenzo è sicuro di aver raggiunto una buona condizione atletica: ieri era in gruppo, regolarmente, mentre lunedì si è allenato per conto suo per recuperare terreno. Con il rientro dei nazionali, potrà aumentare anche l’intensità del lavoro per ritrovare il ritmo. Per poi essere utilizzato a tempo pieno o quasi contro l’Udinese, a cui nello scorso campionato segnò un gol all’Olimpico. La dedica per l’eventuale bis sarebbe già pronta: il 3 novembre è nato il terzo figlio, Nicolò, che ancora non l’ha “visto” in campo.
Pellegrini, missione Europeo
A proposito di nazionali, lunedì sera Pellegrini ha tifato da casa per l’Italia impegnata a Leverkusen tremando per Cristante dopo il fallo da rigore su Mudryk che l’arbitro Manzano ha ignorato. Ha constatato che gli 0-0 a Leverkusen portano bene, sia alla Roma che agli azzurri, ricordando l’ultima semifinale di Europa League terminata in gloria. Ma ovviamente non vuole fare lo spettatore dell’Europeo in Germania: finora non ha potuto giocare nemmeno un minuto nel nuovo ciclo ma sa che Spalletti lo tiene in grande considerazione. Tanto è vero che lo aveva inserito nelle prime convocazioni, a settembre, salvo poi rimandarlo a casa per il primo problema fisico della stagione. Per guadagnarsi un posto tra i 23 che parteciperanno alla fase finale, dopo la beffa del 2021 determinata dal solito trauma muscolare, gli basterà solo stare bene.
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