Roma, Pallotta spara su Monchi: “Ho sbagliato a fidarmi, non sapeva chi fosse Zaniolo…”

L’ex presidente giallorosso torna a parlare di stadio, sponsor, Spalletti e Totti: “Avremmo voluto vederlo più coinvolto”

Quando James Pallotta era presidente della Roma lui e i suoi collaboratori non sempre apprezzavano le interviste di Rosella Sensi, o di sua mamma Maria, perché ritenevano che il passato dovesse restare tale. Ma alla fine l’ex presidente della Roma, tra Twitter e l’intervista di oggi a “The Athetic”, sceglie comunque la stessa linea: raccontare la verità. O meglio la sua, da Totti a De Rossi, passando per Monchi e Zaniolo e finendo con lo stadio. “La Roma sarà sempre nella mia testa e nel mio cuore, è stata una parte importante della mia vita e molti non realizzano quanto io l’abbia amata”, chiarisce. Poi entra nel dettaglio.

LO STADIO

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“Avevamo grandi sponsor che volevano essere coinvolti. La Coca-Cola era una di questi. Sono andato ad Atlanta per parlare con loro. Sapevamo di avere enormi opportunità di generare ricavi che sarebbero stati reinvestiti nella squadra. Si diceva che Pallotta voleva costruire uno stadio solo per fare soldi per se stesso. Invece era strutturato sotto una holding, quindi c’era la squadra da una parte e lo stadio dall’altra. Dovevamo farlo per evitare il fallimento nel caso in cui fosse successo qualcosa allo stadio”. Parole non proprio al miele, in tema di ricavi, nei confronti di Nike: “Mi aveva detto che avrebbe trattato la Roma come il Barcellona. Se sei un idiota come me ci credi. Ma non fu così”.

SPALLETTI E TOTTI

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Queste invece le parole di Pallotta in merito ai rapporti con Spalletti e Totti: “Con Luciano ho un ottimo rapporto. Ha sempre pensato che ci fossero persone che gli sparavano addosso”. Su Totti: “Voleva fare l’allenatore, ma io gli dissi che doveva capire che per allenare non solo avrebbe dovuto studiare, ma farlo per 80 ore a settimana e che non capivo perché volesse farlo. E allora gli abbiamo portato dei professori (in realtà aveva iniziato il corso allenatori, ndr) e abbastanza rapidamente decise che allenare non fosse la cosa giusta per lui. Abbiamo parlato di coinvolgerlo nel marketing, in modo tale che avrebbe potuto aiutare a chiudere certi affari. Da possibile direttore tecnico aveva degli input, e noi veramente volevamo che ne avesse anche di più. Lo abbiamo invitato numerose volte a Boston per le riunioni, a Nantucket, a Londra. Gli dissi: ‘Sarebbe fantastico se lavorassi con noi nello scouting, per trovare i talenti e farli crescere’”.

DE ROSSI E ZANIOLO

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Da Totti a De Rossi: “Non traevo vantaggi dal veder ritirare due dei giocatori più importanti di sempre. Con loro abbiamo fatto quello che pensavamo fosse giusto per la squadra”. Su Zaniolo, invece, Pallotta conferma che non fu Monchi a volerlo, ma non dà il merito a Massara, che all’epoca seguiva anche la Primavera, ma a Baldini: “ Zaniolo è arrivato al 100% grazie a Franco che ha chiamato l’Inter e gli ha detto che avrebbe voluto Zaniolo. La risposta di Monchi è stata: ‘Chi è?’. Parole che vanno un po’ in contraddizione con quello che Pallotta dice poco dopo: “Monchi non voleva ricevere aiuto, non ascoltava nessuno. Ho sbagliato a fidarmi di lui”.

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