Roma, Mourinho vuole evitare la storica crisi di gennaio

ROMA – Due indizi, si sa, possono essere solo una coincidenza. Serve quindi il terzo per fare la prova che tutti attendono dalle parti di Trigoria: dimostrare che la famosa “crisi di gennaio”, il più classico dei tormentoni post-natalizi in casa Roma, è soltanto un ricordo. I due indizi sono le ultime due stagioni, in netta controtendenza rispetto alle precedenti: nel 2020-21 Fonseca si presentò alla sosta tenendo stretto tra le mani il terzo posto, con 27 punti in 14 giornate, a -7 dal Milan capolista, e finì il mese di gennaio con 40 punti, sempre in zona Champions e a -6 dalla vetta. Nel 2021-22 la Roma di Mourinho salutò i suoi tifosi con 32 punti in 19 partite. Abraham e compagni si trovavano al 6° posto, a -6 dal 4° e a -14 dall’Inter capolista. A fine gennaio, dopo il successo per 2-4 a Empoli e nonostante un avvio preoccupante (ko contro Milan e Juve), la situazione era identica: ancora 6° posto, 38 punti, -6 dalla zona Champions e -15 dalla vetta.

Crisi

La crisi di gennaio è stata per molto tempo una tassa da pagare per qualsiasi allenatore. Nella stagione 2010-11 Ranieri passò dall’annusare la vetta (-7) al ritrovarsi con 9 punti di distacco dopo il 31 gennaio; dodici mesi dopo Luis Enrique si mantenne a -10 dal primo posto (era a -10 anche a fine dicembre), mentre Zeman nel 2012-13 crollò da -12 a -21. Anche la Roma di Garcia era solita sgonfiarsi dopo le feste vedendo la capolista Juve fuggire via (da -5 a -9 nel 2013-14 e da -3 a -7 nel 2014-15), così come quella di Spalletti sia nel 2015-16 (Luciano subentrò a Rudi a metà gennaio, la sua Roma passò dal -4 prefestivo al -12 del 1 febbraio) sia nel 2016-17 (da -4 a -7). Lo stesso accadde a Di Francesco (da -8 a -16 nel 2018 e da -23 a -25 nel 2019) e poi al primo Fonseca (da -7 a -15 nel 2020). Poi la maledizione si è interrotta.

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Svolta

Ora a Mourinho viene richiesto uno step in più: non soltanto mantenere il ritmo, ma accelerare per dare la svolta alla stagione. Dal 4 al 29 gennaio i giallorossi scenderanno in campo 6 volte con una media di una partita ogni 4,1 giorni. Insomma, è un inizio di 2023 che somiglia al tour de force vissuto già in chiusura di 2022. Dybala e compagni torneranno in campo mercoledì prossimo, alle ore 16.30, contro il Bologna all’Olimpico. Novantasei ore dopo faranno invece visita al Milan (ore 20.45) per ospitare successivamente due gare – a tre giorni di distanza l’una dall’altra – nel proprio stadio: Roma-Genoa (ottavi di Coppa Italia, il 12 gennaio alle 21) e Roma-Fiorentina (il 15 gennaio alle 20.45). I giallorossi giocheranno le ultime due partite del mese in trasferta: domenica 22 contro lo Spezia e domenica 29 al Maradona contro il Napoli dell’ex Spalletti, che arrivando a questa sfida avrà già misurato la consistenza delle proprie ambizioni scudetto.

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Calcoli

Un buon avvio di 2023 porterebbe in dote allo Special One almeno 10 punti in 5 partite di campionato (successi contro Bologna, Spezia e Fiorentina e almeno un punto tra le due complicatissime trasferte), più la qualificazione ai quarti di Coppa Italia. Questo è l’obiettivo minimo per rientrare in zona Champions. Mourinho non ama fare calcoli e spera chiaramente nello sgambetto a Milan e Napoli, ma firmerebbe per raccogliere un bottino simile e arrivare così a febbraio (il mese in cui tornerà pure l’Europa League) con una squadra decisamente più in fiducia rispetto a quella demoralizzata e scarica che ha raccolto appena 2 punti in 3 gare a novembre, prima della sosta Mondiale.

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