Roma, Mkhitaryan e la sua collezione: 18 doppiette e 6 triplette

Il primo allenatore a intuire le potenzialità di Henrikh Mkhitaryan era stato Mircea Lucescu, capace di moltiplicarne il valore nello spazio di tre anni: dai sei milioni versati nel 2010 al Metallurg per portarlo allo Shakhtar ai trenta (compresi i bonus) investiti dal Borussia Dortmund, che lo acquistò nel 2013 dopo che Micki aveva segnato 25 gol nel campionato ucraino. Il fantasista, 31 anni, gestito da Mino Raiola, ha sempre avuto grandi tecnici, ripagandoli ogni volta con la moneta giusta. Solo con Emery, nell’Arsenal, non è sbocciato il feeling. Lucescu lo considerava l’asso del suo Shakhtar, Klopp fiutò l’affare e lo fece arrivare al Borussia Dortmund, Mourinho s’impuntò con i dirigenti del Manchester United per averlo all’Old Trafford e Wenger spinse per avere l’armeno all’Arsenal come trequartista, senza pensare mai a un’alternativa.

Mkhitaryan è diventato un affare a costo zero per la Roma, perché a Londra – prima Emery e poi Arteta – non lo ritenevano adatto ai loro schemi e al loro tridente: una scelta che ora, dopo i cinque gol di Micki nelle ultime due partite con i giallorossi, rappresenta uno di quei bizzarri paradossi del mercato. Già, perché in carriera, Henrikh ha collezionato numeri speciali. La doppietta al Parma è stata la diciottesima della sua carriera. Sei, invece, le triplette.

Lo splendore che sta vivendo a Roma si sposa con altri ricordi dolci. Ha sempre fatto la fortuna dei suoi allenatori: 44 gol e 24 assist con Lucescu nello Shakhtar, 17 gol e 17 assist con Klopp nel Borussia, 23 gol e 32 assist con Tuchel a Dortmund, 13 gol e 11 assist con Mourinho nel Manchester United. E ora i 15 gol e gli 11 assist con Fonseca in una Roma che lo sta trattando come un principe, dopo le delusioni vissute nell’Arsenal (9 gol e 13 assist a cui il club londinese non ha voluto dare un peso). Ma il passato non conta, adesso. Mkhitaryan ha spinto i giallorossi in zona scudetto: cinque gol e quattro assist in 822 minuti di campionato, la più bella partenza da quando frequenta la Bundesliga, la Premier e la Serie A. E le sorprese non sono finite.

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