Roma, mai così male negli ultimi 10 anni. Ma in tanti cercano Fonseca

Cosa lascia il portoghese nella Capitale? Stile ed eleganza, non risultati. Eppure ha un ottimo mercato con la Fiorentina in pole e il Lione che potrebbe farsi sotto

Resterà in Italia, dove lo cerca soprattutto la Fiorentina (ma piaceva anche al Napoli), andrà in Francia oppure resterà fermo? Paulo Fonseca deciderà il suo futuro nelle prossime ore – lo ha confermato lui stesso a Sky ieri sera -, consapevole di avere un ottimo mercato nonostante due anni a Roma non all’altezza delle aspettative. Sue, della società e della squadra. Firenze è una soluzione che gli piacerebbe molto: squadra con alcuni giocatori di valore, proprietà presente, piazza calda e dove si vive bene, come apprezzato anche da sua moglie. Cosa lascia, però, l’allenatore portoghese? Stile ed eleganza sicuramente, risultati decisamente no.

IL PASSATO

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I numeri dicono che la Roma di Fonseca, perché ridurre tutto solo al tecnico sarebbe ingeneroso, è stata quella che ha fatto peggio in campionato negli ultimi dieci anni. Mai, da Luis Enrique, era scesa sotto il sesto posto e mai, nell’era americana, un allenatore era stato due anni senza centrare il piazzamento in Champions. Fonseca era arrivato con due obiettivi: vincere un trofeo e riportare la Roma nell’Europa che conta. Non ne ha centrato neppure uno. Eppure il suo addio non è al veleno e, anzi, c’è la sensazione che qualcosa abbia costruito. Tanto? Poco? Lo dirà il tempo. Ma al contrario di altri, che pure sono andati meglio di lui, non lascia dietro di sé macerie. Luciano Spalletti, ad esempio, fece il record di punti ma lasciò un ambiente devastato dal suo modo di gestire l’addio di Totti. Fonseca saluta con eleganza e signorilità. Di lui si ricorderà il rapporto complicato con i capitani (Florenzi prima, Dzeko poi, con tutte le differenze), ma si ricorderà anche la scoperta, ad alti livelli, di Villar e Darboe, la rinascita di Karsdorp, l’intuizione di Mancini centrocampista, la fiducia data a Mayoral. Per il resto, nonostante una semifinale di Europa League, la Roma ha subìto più di 100 gol solo in campionato (106), non è mai arrivata a giocarsi la Champions fino in fondo (8 punti di distacco un anno fa, il doppio quest’anno), ha fatto una brutta figura in coppa Italia contro lo Spezia e non ha mai dato l’idea di poter competere per qualcosa di più. Ha giocato alcune partite belle, molte altre sono state brutte e quasi mai ha potuto farlo davanti ai tifosi. Perché nel bilancio del biennio non si può non considerare la pandemia. In questi giorni Fonseca ha detto: “È stato un grande orgoglio allenare qui, ho imparato molto. Vado via con la Roma nel cuore. E lascio un po’ di equilibrio, senza fare drammi quando si perde”. Troppo poco, però, per rimanere nella storia del club.

IL FUTURO

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Adesso deve decidere cosa fare. La Fiorentina è in pole, il Napoli è defilato, lo Spartak Mosca fuori dai giochi (la compagna del presidente si è dimessa perché lo avrebbe voluto e in panchina e non sarebbe stata ascoltata) e il Lione potrebbe farsi sotto in maniera più concreta. Di certo la sensazione è che le vacanze di cui parlava Fonseca ieri sera saranno molto brevi.

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