Roma, le prime parole di Mou: “Dalla proprietà mi aspetto dei regali”

Il nuovo tecnico giallorosso: “I tifosi hanno bisogno di vedere la luce. Spero che il successo possa arrivare mentre io sarò qui: ho firmato un triennale, ma magari sarà solo il primo”

La prima giornata di José Mourinho a Roma si conclude con le prime dichiarazioni ufficiali, rilasciate ai canali del club a Londra qualche settimana fa. Divisa Tombolini (oggi invece era in total look Zegna con orologio Hublot), José Mourinho non fa nomi né cognomi, in riferimento ai giocatori, ma dice alcuni concetti importanti: vuole creare una squadra, vuole accelerare il processo di crescita e di vittoria del club perché non ama aspettare troppo per raccogliere i fatti, ringrazia i tifosi perché lui, per loro, non ha fatto ancora nulla, e si aspetta dei regali (cioè giocatori) da Pinto e dai Friedkin.

Con cui, dal primo giorno, ha avuto subito “una grande empatia. Dopo il primo colloquio ho avuto la sensazione che questo non è il progetto dei Friedkin, non è il progetto di José Mourinho, non è il progetto di Tiago Pinto, questo è il progetto dell’AS Roma. È questo che ho pensato. Ed è qualcosa che mi ha colpito particolarmente. Perché, com’è noto, nella mia carriera ho avuto diverse esperienze e ho lavorato in club con situazioni simili a questa, con una proprietà straniera, mettiamola così”.

LA NUOVA ROMA

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Mourinho aggiunge: “Abbiamo terminato la scorsa stagione a 29 punti dalla prima e a 16 punti dal quarto posto. Ma un club non si giudica dall’ultima stagione. Un club si giudica da un punto di vista più ampio. E io so molto bene cosa sia l’AS Roma”. Mourinho parla di step by step, ma ammette: “Spero che il successo possa arrivare mentre io sarò qui. Perché il contratto che ho firmato è un contratto triennale. Magari sarà solo il primo contratto, forse un giorno ne firmerò un secondo. Spero che i risultati del nostro lavoro si potranno vedere mentre io sarò qui. Ma affrontiamo una cosa alla volta, anche se voglio accelerare questo processo. Non è nella mia natura lavorare e basta e non è nella mia natura aspettare troppo tempo prima di raccogliere i frutti”.

I REGALI

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Mou dice di sentirsi migliorato rispetto al 2008 “perché ho più esperienza” e proprio per questa esperienza sa che la rosa della Roma va migliorata: “Ho affrontato la Roma, ho giocato all’Olimpico in diverse occasioni. So quanto sia calda la tifoseria. So quanto in determinati momenti, nei momenti importanti, i tifosi possano farsi sentire. Ma la cosa incredibile è che negli ultimi venti anni i tifosi non abbiano avuto molte occasioni per essere felici. Tuttavia, la loro passione non è mai venuta meno. È molto facile essere un tifoso sfegatato di una squadra che vince sempre. Mentre vivere una situazione come questa è qualcosa di diverso. Credo abbiano bisogno di vedere la luce”.

I giocatori? “Mi sono preparato molto, ma è solo quando li conosci, li tocchi, ci vivi che impari a conoscerli davvero”. Ovviamente, rispetto al gruppo che già c’è, Mou si aspetta “dei regali. Spero che la proprietà e Tiago Pinto me li facciano, perché ne sarei contento. Sarebbe uno stimolo in più per me. E mi darebbe un maggiore potenziale da sviluppare, con il quale iniziare il processo”.

QUARANTENA LIGHT

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Mourinho per i prossimi cinque giorni resterà a Trigoria in quarantena, ma in versione “light” come da protocollo Asl. Ha fatto il doppio vaccino quindi può stare all’aperto e allenare, può fare dei meeting ovviamente sempre distanziato e con la mascherina. Farà tamponi molecolari e rapidi ogni giorno, negli spazi chiusi potrà incontrare calciatori e dirigenti sempre a distanza e con la mascherina. In sintesi, con tutte le dovute accortezze, potrà lavorare. E non vede l’ora.

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