Roma, le condizioni di Dybala: Mourinho in ansia

Siamo daccapo. Anzi, un po’ peggio rispetto a una settimana fa. Paulo Dybala non sta bene. Non guarisce dal problema alla caviglia che perdura dal fallaccio di Palomino, del quale è tornato a parlare anche Mourinho domenica sera. «Non è un dubbio. Paulo è un grande dubbio per Leverkusen» ha sottolineato l’allenatore, che sta immaginando ancora una volta la Roma senza il giocatore migliore. Almeno in partenza. Prende corpo, anche in considerazione dell’1-0 conquistato all’Olimpico, una formazione con una sola punta e Pellegrini trequartista, con la cerniera Bove-Matic-Wijnaldum nel mezzo. 

Il quadro

Ieri Dybala aveva sensazioni più positive rispetto al giorno precedente, quando aveva svolto le terapie a Trigoria insieme agli altri infortunati Smalling, El Shaarawy e Llorente. Tanto da pubblicare su Instagram una storia allegra, musicale, in compagnia di Camara e del team manager Cardini. Oggi cercherà di allenarsi almeno in parte con la squadra. In ogni caso, dopo aver saltato la trasferta di Bologna, sarà convocato per la spedizione tedesca. Mourinho poi deciderà se e quanto utilizzarlo. 

Il ritardo

Il problema, oltre al fastidio che non è svanito, è la condizione atletica. Di fatto, Dybala non riesce ad allenarsi sul serio da più di un mese. Cioè dalla rifinitura precedente al quarto di finale di andata contro il Feyenoord. Parliamo quindi del 12 aprile. Sostituito a Rotterdam dopo 26 minuti per la contrattura all’adduttore, ha poi giocato lo spezzone fondamentale all’Olimpico segnando il gol che valeva i supplementari prima di fermarsi nuovamente a Bergamo per la distorsione alla caviglia. A quel punto Mourinho lo ha lasciato a riposo con il Milan e il Monza concedendogli 19 minuti contro l’Inter e 13 contro il Bayer Leverkusen. Infine lo ha lasciato a casa per l’ultimo impegno di campionato. Ricapitolando: dal primo infortunio capitato in Olanda, Dybala non ha potuto supportare le ambizioni della Roma in campionato (solo 45 minuti complessivi in sei giornate) e in Europa League è entrato due volte dalla panchina per un totale di un’ora di partita. 

Gestione

Ovviamente giovedì, in una semifinale da dentro/fuori, conta di partecipare. Potrebbe farlo però nel secondo tempo, ove fosse necessario, proprio come è accaduto nel turno precedente contro il Feyenoord. Perché è vero che la partita è decisiva. Ma è anche vero che la Roma spera di giocarne anche un’altra, ancora più prestigiosa e importante. Il dosaggio di muscoli e articolazioni di Dybala può essere propedeutico all’efficientamento perfetto. E’ presto per pensare al 31 maggio e all’ipotetica finale di Budapest: Mourinho lo ribadirà a chiare lettere alla squadra prima di partire per la BayArena di Leverkusen. Però non si può neppure rischiare di arrivare poco attrezzati all’ultimo atto. 

Confronto

La sensazione è che una decisione verrà presa all’ultimo momento, dopo il solito colloquio in albergo nella mattinata della partita. Quando Dybala si sente pronto a giocare, lo comunica a Mourinho che è ben felice di assecondarlo. Viceversa è lui, che conosce il suo corpo e la sua testa, a chiedere di essere trattato con cautela. In Germania ogni valutazione può avere pro e contro, anche nell’interesse generale. Perché quella di Leverkusen potrebbe anche diventare una notte molto lunga. E allora, in caso di supplementari, meglio avere Dybala in campo nei minuti che cambiano la storia. Il Feyenoord, da questo punto di vista, è un precedente da considerare.

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