Roma, la sofferenza di Mourinho

Anche la sofferenza ha un limite di tempo. Quella della Roma è durata un’ottantina di minuti, fino al gol quasi inevitabile di Osimhen che ha sbloccato, decidendola, una partita di strategia, una prova di controllo e concentrazione, di notevole attenzione difensiva: l’unico errore di Smalling è costato il punto alla squadra di Mourinho che fino a quel momento aveva giocato la gara che tutti si attendevano e che, almeno per il momento, è nelle sue corde. L’assenza di Dybala si è avvertita tanto quanto la presenza/assenza di Abraham che ha confermato di non essere uscito da un’impressionante crisi di rendimento.

La Roma – è di lei che mi occupo – non esce ridimensionata dalla sfida col Napoli poiché è questa, tanto nel bene quanto nel male: ha affrontato una squadra che sta meglio e ha senz’altro di più. Una squadra che, non va dimenticato, ha messo sotto Liverpool, Ajax, Rangers e Milan. Il Napoli ha più qualità, soluzioni, certezze, completezza.

Mourinho conosce perfettamente i limiti del gruppo che allena e ha cercato di mettere i suoi nella condizione di togliere spazio e linee di passaggio all’avversario: il pressing è sempre stato portato con decisione, ma all’interno della metacampo giallorossa anche per non togliere lucidità a centrocampisti e difensori, le ripartenze non hanno avuto l’efficacia che il tecnico si augurava di ottenere. Zaniolo ha avuto poche occasioni per accendersi, Pellegrini ha lavorato in copertura occupandosi (anche) di Lobotka, Tammy non ha tenuto un pallone, e entrambi gli esterni, Karsdorp e Spinazzola, hanno pensato a contenere Kvara e Lozano esaurendo la carica di energia dopo un’ora.

Non è casuale che dopo la rete di Osimhen la Roma si sia sciolta: aveva bruciato tutto quello che era entrato nelle gambe e nella testa, sfruttato i movimenti che aveva preparato in settimana per provare a ottenere il massimo da una sfida per certi versi impari.

La Roma ha perso soltanto un punto perché ha fatto troppo poco per prenderne tre. Il piano di Mourinho è peraltro quello di arrivare alla sosta in una posizione di classifica migliorabile da gennaio, quando rientrerà Dybala e la manovra potrà finalmente disporre di Wijnaldum. La sintesi della prestazione della Roma l’ha fornita lo stesso Mourinho: «Sufficiente per non perdere la partita».

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